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Circolare del preside sull'abbigliamento: niente abiti succinti

15 maggio 2018

Circolare anti-abiti succinti: l'ordine del preside in una scuola di Bari

Al liceo Scacchi di Bari i bermuda maschili non sono più i benvenuti e non solo loro. Infatti, in previsione della stagione estiva, il preside Giovanni Magistrale ha emanato una circolare riguardante il vestiario degli studenti del liceo: “Raccomandazioni per un abbigliamento decoroso a scuola nella stagione calda”. Niente canottiere e pantaloni corti per i ragazzi, no ad "hot-pants, minigonne inguinali, pance scoperte” per le ragazze. Da evitare, poi, sempre secondo la circolare anti-abiti succinti“pantaloni a vita bassa con fuoriuscita di biancheria intima o jeans con strappi eccessivi”. Qual è stata la reazione degli studenti a questa circolare? Ve lo raccontiamo noi di ScuolaZoo.

Circolare sull'abbigliamento: la reazione degli studenti di Bari

Il provvedimento del preside del liceo Scacchi ha suscitato proteste da parte dell’Unione degli Studenti di Bari che ha chiesto il ritiro della circolare “in favore di una più profonda riflessione sul senso degli spazi scolastici come luogo di crescita ed espressione degli studenti e delle studentesse”. Per l’Uds la raccomandazione di un dress code è “offensiva e lesiva della dignità di ogni studente e studentessa e ne limita la libertà”. Secondo il sindacato studentesco, “la scuola dovrebbe educare ad una sana e consapevole scoperta di sé stessi, al rispetto del proprio corpo e di quello degli altri e delle altre” e non procedere a “imposizioni senza alcun fondamento pedagogico”.

Bari, Circolare sul vestiario estivo: la risposta del preside di agli studenti

Il dirigente scolastico del liceo Scacchi di Bari si dice stupito del clamore suscitato dalla circolare sull'abbigliamento: “È un provvedimento che emaniamo tutti gli anni”, dice Magistrale, “la scuola non è la spiaggia, ma un’istituzione dove si viene per imparare ed è opportuno avere un abbigliamento consono al luogo”. A suo dire la scuola merita un trattamento paragonabile a quello di un luogo di culto: “Prima di entrare in moschea ci si toglie le scarpe, in sinagoga si indossa il kippah, in chiesa ci si copre”, aggiunge, “lo stesso discorso deve valere anche a scuola”. Si legge infatti nella circolare: “La scuola non è una chiesa, ma ci va molto vicino, se è vero che culto e cultura hanno la stessa radice, e la scuola è sede di quel culto laico che è rappresentato dal sapere, dall’ insegnamento, dall’ educazione.” E allora al bando gli abiti succinti che possano violare la sacralità dell’istituzione scolastica. A parere di Magistrale, non si tratta di una formalità, ma di una questione di decoro e rispetto: “Al Quirinale, dal Presidente della Repubblica, non ci si presenta in pantaloncini”. Il divieto è in larga parte preventivo, anche se il preside non nasconde che con i primi caldi qualche studente aveva già cominciato a scoprirsi un po’ troppo. “Io vengo tutti i giorni con i pantaloni lunghi”, sottolinea, “vedere queste gambe pelose in giro non è un bel vedere, neanche esteticamente parlando”. E se qualche studente violasse la circolare con un abbigliamento considerato non appropriato al contesto scolastico? “Cercheremo di far capire che non ci si veste così, che non è opportuno, raccomanderemo di tornare con un abbigliamento più consono”. Per chi si ostinasse a scoprirsi non sono per il momento previste sanzioni: “Si vedrà, da noi non si sono mai verificati provvedimenti disciplinari per l’abbigliamento”, conclude, ”non siamo gendarmi, è solo una calda raccomandazione”. (Crediti immagini: Pixabay)
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