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La storia dei tre studenti di robotica e del viaggio a Boston: tutto quello che c'è da sapere

16 novembre 2018

I tre studenti dell'Istituto Augusto Righi di Napoli: verità o bufala?

Si sta parlando molto in queste ore di un caso di cronaca riguardante il mondo dell'istruzione italiano, le sue eccellenze e l'incapacità della politica di valorizzarle. Quella di Mauro D'Alò, Davide Di Pierro e Luigi Picarella, questi i nomi dei tre diretti interessati, sembra essere però una vicenda molto più ambigua di quello che è apparso in un primo momento, e forse non per colpa loro. Al centro di tutto c'è una competizione, la Zero Robotics, un torneo internazionale di robotica aerospaziale che viene organizzato dal prestigioso Massachusetts Institute of Technology (Mit) in congiunzione con la Nasa: nomi che fanno tremare le vene, sopratutto se studiate in un Istituto Tecnico Industriale. Ma vediamo cos'è successo. [caption id="attachment_322480" align="alignnone" width="600"]La storia dei tre studenti di robotica e del viaggio a Boston: tutto quello che c'è da sapere Foto: Wikimedia - NASA[/caption]

Gli studenti e la finale di robotica a Boston: come sono andate le cose

Secondo quanto riportato da alcuni giornali, infatti, il terzetto, aiutato dai docenti di Matematica ed Informatica Salvatore Pelella e Ciro Melcarne, avrebbe affermato di essere arrivato al secondo posto nella graduatoria per partecipare alle finali dell'ambito torneo, per il quale concorrono 300 scuole in tutto il mondo. C'è però un problema: per partecipare alle fasi terminali bisogna recarsi fino a Boston, ma mancano i soldi per permettersi il viaggio. Si scatena dunque la proverbiale e commovente gara della solidarietà (oltre ovviamente alla solita tempesta di polemiche) per garantire ai tre ragazzi la possibilità di gareggiare e coronare il loro sogno. La politica e i privati si mobilitano, e fioccano le proposte per coprire le spese della trasferta che avverrà a gennaio.

Tuttavia non si può prendere tutto per oro colato. Il Righi, innanzitutto, non sarebbe l'unico istituto italiano a concorrere: insieme ai tre ragazzi ci sarebbero gli studenti di una scuola di Padova, una di Vercelli e una di Trapani, addirittura in una posizione più avanzata. La graduatoria uscita, seconda sorpresa, è infatti provvisoria, e la classifica definitiva uscirà solo il 16 dicembre, mentre i vincitori vengono annunciati a metà gennaio dell'anno prossimo.

Il Righi quindi è in una buona posizione, ma non ci sono i presupposti per lanciare appelli rispetto alla competizione, che vede i vari team sfidarsi nella programmazione degli Spheres, ovvero piccoli satelliti di forma sferici che vengono utilizzati nela Stazione Spaziale Internazionale (dove si svolge la vera finale). Terza sorpresa: le qualificazioni, per così dire, sono divise per aree geografiche, e le finali europee si svolgeranno ad Alicante, e non a Boston. Una metà tutt'altro che irraggiungibile.

Ma cosa è successo, allora? Pelelle, il docente del terzetto, afferma di non aver mai detto quanto affermato dai giornali, che avrebbero lanciato autonomamente in quel modo la notizia, scatenando poi il polverone che conosciamo. Uno dei ragazzi aveva parlato in maniera del tutto ipotetica, ma chi ascoltava ha voluto comprendere solo ciò che gli faceva comodo per avere un titolo a effetto. Al Sabato delle Idee, la manifestazione di robotica dalla quale è partito l'appello, ha riferito di aver voluto aiutare i tre dopo aver visto la classifica, probabilmente non comprendo appieno le modalità della competizione.

A essere arrabbiati sono anche i ragazzi della scuola di Trapani, che avrebbero visto tutta l'attenzione mediatica concentrata su dei rivali attualmente in posizione più defilata rispetto alla loro e quindi con minori probabilità di passare in finale. Tanto più che, ricordano, durante gli scorsi anni sarebbero stati gli sponsor che in maniera autonoma avevano trovato i soldi per pagare i biglietti al team. Insomma, tanto rumore per nulla.

Foto: Twitter - Maria Elisabetta Alberti Casellati‏
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