#Maturità

Seconda prova Liceo Pedagogico 2011: Pedagogia

23 maggio 2011

CLICCA QUI PER GLI AGGIORNAMENTI SULLA MATURITA' 2013

.

Traccia: Quesito:  Linee fondamentali del metodo montessoriano funzione del maestro nella pedagogia montessoriano pedagogia scientifica : Il metodo montessoriano: inizia con lo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi allo studio dell'educazione per tutti i bambini. La Montessori affermava quindi che il metodo applicato su persone subnormali produceva degli effetti stimolanti anche se applicato all'educazione di bambini normali. Il principio cardine è: la libertà dell'allievo, la  libertà infatti  favorisce la creatività e fantasia del bambino che è già presente nella sua natura; però dalla libertà deve evidenziarsi anche la disciplina. Un individuo controllato è in grado di disciplinarsi autonomamente, così, nel momento in cui sarà necessario riuscirà a far fronte alle regole sociale e culturali che la vita gli porrà.. Quindi Il periodo infantile è un periodo di grande creatività, la mente del bambino viene condizionata dalle caratteristiche esterne quindi ambientali (condizionamento), queste si evolvono in modo naturale e spontaneo, (niente sforzo cogninitivo). I bambini subnormali (grazie all'intervento del metodo della Montessori) vengono trattati con rispetto, per loro vengono organizzate varie  attività didattiche.In questo modo i bambini erano in grado di prendersi cura di se stessi imparando a prendere decisioni autonome e indipendenti. Lo sviluppo del metodo della Montessori parte da una critica della psicologia scientifica. Quindi con la Montessori si riparte dalla psicologia scientifica.. Ciò che è qualificabile come oggetto di osservazioni è la scoperta del bambino nella sua spontaneità, autenticità,naturalità. Critica finale:scuola tradizionale a misura d'uomo non adatta e non pensata al bambino e al suo agire. Ruolo del maestro: adattarsi al bambino,renderlo autonomo,non essergli d'ostacolo,mai sostituirsi alle sue attività ma guidarlo,supportarlo e osservarlo nella sua attività. Quindi ha un ruolo di mediatore:non s'impone ma propone,è di stimolo e aiuto nell'educazione libera del bambino,segui i ritmi e i tempi di apprendimento che sono variabili quindi relativi e soggettivi. L'insegnante affianca il bambino nella crescita. Quesito Il candidato, seguendo il ragionamento dell'autore del testo sopra riportato sviluppi il concetto di classe scolastica come struttura sociale rilevando le possibili dinamiche comunicative e formative che si aprono tra gli alunni.Questa è un'unica domanda con il testo di Giovanni Bollea che inizia così:"Io avevo definito la classe non come un luogo dove il ragazzo viene per apprendere dati conosciuti, ma come una struttura [...] Svolgimento in italiano si definisce lclasse scolastica come “l'insieme degli alunni che frequentano il medesimo corso di studi e stanno in una medesima aula”.La scuola è una realtà complessa, è un sistema sia nazionale che regionale, è anche un'istituzione amministrativo-didattica particolare,formata di gruppi(classe) ed è sede di formazione della personalità del singolo allievo. Nella scuola ciò che importa particolarmente è il progresso dell'allievo stesso.La scuola deve essere inoltre considerata parte dell'evoluzione sociale in stretta correlazione con la vita.Lo studio delle classi nella scuola ha una rilevanza non solo pedagogica ma anche sociologica visto la stretta correlazioni con la vita.In questa prospettiva l'alunno non è esecutori passivo di compiti ma partecipa alla costruzione delle relazioni socialii. L'insegnate deve motivare,supportare,stimolare,guidare l'alunno nella formazione della sua personalità. La classe come spazio di relazioni sociali. Una scuola nella migliore della ipotesi deve rimanere ancorata alla vita e rendere gli alunni capaci di utilizzare le esperienze data dell'ambiente in continua evoluzione. . Tema svolto sul metodo Montessori L’uomo è come l’oggetto lavorato a mano: ognuno è diverso dall’altro, ognuno ha un proprio spirito creatore, che ne fa un’opera d’arte della natura”. (M. MontessoriLa mente del bambino”). Tale affermazione, ricavata da un’opera della Montessori, riassume in una metafora la teoria dello sviluppo del bambino del medico di inizi ‘900. Nel periodo post-natale, il bambino viene definito embrione spirituale il quale esprime la propria energia vitale, il nucleo originario di un disegno ideale di sviluppo originale. E da ciò la metafora dell’uomo come “oggetto lavorato a mano”: ogni uomo non è nato portando con sé solo geni ereditari ma anche un’originalità che sviluppandosi grazie ai rapporti con l’ambiente, lo renderà unico e irripetibile. Ogni embrione spirituale si sviluppa grazie a delle “spinte” di nebule, che lo portano ad assorbire selettivamente dall’ambiente ciò a lui indispensabile per la crescita, secondo periodi sensitivi, punti di attività che segnano i ritmi del suo sviluppo, utili nella guida dell’ambiente esterno. L’attività di sviluppo dell’embrione spirituale è regolata da un principio, senza il quale le nebule e i periodi sensitivi sarebbero solo potenzialità: la mente assorbente. Questo principio rende l’apprendimento dell’adulto diverso da quello del bambino poiché in quest’ultimo, l’apprendimento si identifica con l’assorbimento dei dati del mondo esterno secondo una necessità individuale che gli permette un proprio adattamento alla realtà, e la realizzazione della propria personalità. È per queste condizioni psichiche che, secondo le tesi della Montessori, si deve favorire il potenziamento del bambino attraverso un’educazione precoce che gli offra gli stimoli e i materiali necessari per il suo sviluppo. La formazione ottimale delle strutture che garantiscono la crescita psichica del bambino (mente assorbente, nebule e periodi sensitivi) può avvenire solo con una libera azione sull’ambiente e questa può essere contrastata solo dalle inibizioni dell’adulto che porta il bambino, privato della libertà di sviluppo naturale, a fuggire nel mondo dell’immaginazione, del gioco, del capriccio e del disordine: è il processo di deviazione. In tale processo il bambino è definito bambino spezzato poiché è diviso tra il desiderio di attività e impossibilità di soddisfarlo. Nella società odierna ogni fanciullo che rientri nella fascia d’età che va dai 3 ai 6 anni rientrerebbe nella categoria o meglio, nel fenomeno, del bambino spezzato e per chiunque all’interno di tale società, sarebbe un fenomeno normale; per Maria Montessori invece, fare capricci e provar piacere per una fiaba raccontata è dannoso per lo sviluppo del bambino. Infatti, all’interno della Casa dei bambini, presentata dalla Montessori come un ambiente costruito a misura di bambino e il cui duplice compito è di consentire la normalizzazione e di favorire lo sviluppo naturale e creativo, il bambino ritrova la cosiddetta “normalità” comportandosi in un modo totalmente diverso rispetto a quello prospettato dalla psicologia infantile, ma per la Montessori l'unico vero e giusto: escludendo il gioco e prediligendo l’ordine e il lavoro severo. È in questo senso che per la Montessori la Casa dei bambini viene considerata “clinica didattica” ed è grazie all’ambiente e al materiale adeguato che si trova al suo interno, che i bambini escono dal processo di deviazione. Il fondamento del metodo montessoriano risiede quindi nell’ambiente non solo inteso come struttura materiale ma comprendente anche il materiale di sviluppo che permette al bambino di soddisfare il suo bisogno di ordine e lavoro, di sviluppare i sensi e soprattutto di favorire la conquista dell’autonomia, e infine un’educatrice umile, rispettosa del progressivo sviluppo del bambino e rigorosa nella registrazione dei comportamenti che vede manifestarsi. Il compito dell’educatrice, coerentemente alla concezione anti-inibitoria, non deve far altro che mostrare l’uso corretto degli strumenti a disposizione dei bambini e successivamente osservare accuratamente ogni singolo comportamento. La casa dei bambini è stata fondata perché l’ambiente dell’adulto non è l’ambiente di vita del bambino e non perché i genitori lavorano e non posono tenere i propri figli. La causa è il comportamento nocivo dell’adulto verso il bambino: come un educatore della scuola montessoriana. È necessario quindi che l’adulto non intervenga in modo direttivo con divieti, suggestioni e imposizioni ma lasci che il bambino si sviluppi correttamente seguendo le linee naturali della propria energia vitale. Tema Educazione familiare: L’ingresso in scuola elementare coincide per il bambino con il completamento di un processo di crescita che lo porta alpassaggio da un mondo soggettivo ad un mondo basato su una realtà oggettivagovernata da regole condivise in cui lui dovrà compiere uno sforzo di adattamento, adeguandosi a ciò che la realtà gli richiede. È un po' come uscire dal confine protetto della propria casa, da solo, col proprio bagaglio costruito nei precedenti 5 anni, ed avventurarsi verso un mondo nuovo, verso la crescita e quindi verso la vita con le sue sfide ed i suoi rischi. In genere, in questa fase di vita il bambino ha raggiunto la sua individuazione ed una sufficiente autonomia personale; è in grado di controllare la sua istintualità ed ha consapevolezza di se stesso e degli altri, soprattutto comincia a sperimentare il piacere di investire le sue energie nei processi di crescita, di conoscenza e di apprendimento del nuovo. Quali competenze deve avere il bambino per poter affrontare la scuola elementare? Per poter affrontare con facilità l’ingresso in scuola elementare il bambino deve possedere nel suo bagaglio delle competenze già acquisite: - completa ed armonica capacità motoria globale e di coordinazione visuo-motoria, - adeguate capacità visive ed uditive, - padronanza del linguaggio, sia in comprensione che in espressione, - capacità di prestare e mantenere l’attenzione, - capacità di elaborare (associare) simbolicamente. Deve inoltre essere in grado di entrare in relazione con gli altri, riconoscendo e rispettando i suoi e altrui “confini” e le regole del gruppo. In sintesi deve poter integrare ed armonizzare i suoi aspetti cognitivi, affettivi e sociali. È consigliabile l’ingresso anticipato? È molto importante, soprattutto con l’ingresso anticipato a 5 anni in scuola elementare, che nell’ultimo anno di materna i bambini siano stati osservati dalle insegnanti circa le loro competenze e siano stati facilitati con programmi specifici verso l’acquisizione dei prerequisiti. Qualora esistano problemi specifici (Deficit Neurosensoriali, Deficit Cognitivo, Disturbo di Linguaggio o Situazioni Psicopatologiche o di Svantaggio Culturale o Sociale) è consigliabileconsultare il Neuropsichiatra Infantile o lo Psicologo al fine di valutare se il bambino è effettivamente pronto all’ingresso in Scuola Elementare o se è preferibile aspettare un anno ancora per permettere una migliore maturazione. Come facilitare l’ingresso? E se manifesta difficoltà? In genere l’adattamento alla scuola elementare avviene con naturalità ed il bambino percepisce il passaggio dalla scuola materna alla elementare come un momento di crescita gratificante per lui che si sente “grande”. Tuttavia è importante facilitarlo rendendo conosciuto e prevedibile tale passaggio, partendo proprio dalla conoscenza reale di spazi, persone e contesti che dovrà affrontare. In molte scuole, comprensive di materna ed elementare, già nell’ultimo anno di materna le insegnanti portano i bambini a conoscere le aule, gli insegnanti e le attività della Prima Elementare. Quando poi la sua frequenza in Prima Classe avrà inizio, il bambino dovrà essere informato con cura circa i tempi, le regole, le attività integrative e rassicurato sulla possibilità di mantenere ancora spazi e tempi dedicati al gioco ed alla ricreazione. Inizialmente, soprattutto nelle classi a tempo pieno si dovrà limitare l’assegnazione di compiti a casa al solo fine settimana. I genitori devono aiutare il bambino nel suo processo di responsabilizzazione e quindi condividere le regole della Scuola, dando soprattutto il buon esempio nel rispettare gli orari, nel prendersi cura del materiale scolastico, nel rispetto delle indicazioni date dagli insegnanti, etc. Il bambino è spesso nella nostra cultura sottovalutato circa le sue possibilità di farsi carico di regole ed impegni. Occorre inoltre aiutare il bambino a trovare la corretta modalità di comunicazione e relazione con eventuali bambini di lingua e cultura diversa dalla propria o con bambini diversamente abili presenti nella sua nuova classe nel reciproco rispetto. A tale proposito è importante da parte del genitore valutare se sono presenti ansie proprie rispetto a tali situazioni che il bambino percepisce e fa sue.  

Scritto da La Francy

PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo