#Diario del Professore

Ho smesso di mettere voti!

28 gennaio 2016

Ho smesso di mettere voti.

Piano piano, senza chiedere niente a nessuno, li ho tolti. Sì, non so se è una cosa che si può fare oppure no (credo proprio di no) però l'ho fatta lo stesso.

Detto tra noi: i voti sono sicuramente una gran cosa dall'otto in su. Ho visto un sacco di gente cominciare con l'otto e arrivare al dieci, per dire. Prendi otto e dici: dai, mi manca poco, mi sforzo ancora un po' e ce la posso fare!

Quando però ti sforzi un sacco, ce la metti tutta e poi prendi sei meno, beh, lì è più probabile che tu dica: ok, devo essere un po' una frana in questa materia.

Per non parlare dei cinque e dei quattro: quelli a volte ti si tatuano addosso e non te li levi più dalla prima alla terza.

Ah, sì, dimenticavo: io insegno alle medie. Forse alle superiori è un altro discorso, ma dove sono io, lo posso dire a gran voce: senza voti si sta da dio. Perché non è che ho cancellato le verifiche, le prove orali, i temi, le ricerche, e non ho neanche tolto il mio giudizio: solo, zero numeri.

Alla fine di una prova, ti dico in cosa sei andato bene, in cosa puoi migliorare.

Anche per gli studenti tutto inizia a ruotare intorno al voto!

Dai prof, lo sai anche tu: gli metti in mano il tema, tu che ci hai messo almeno mezz'ora per correggerlo, che hai sprecato fiumi di inchiostro per commentare i vari errori, per scrivere i tuoi consigli, glielo consegni e lui se ne frega di tutto, lo gira e guarda solo il voto: che frustrazione!

No: nei miei temi le parole sono le uniche cose che trova. Suggerimenti. Punti di forza e punti deboli. E poi, alla fine, al posto del voto frasi come: "Continua così!", o "Sono sicuro che tu puoi fare di meglio", o "Mi spiace, ancora non ci siamo".

Sembra poco, in realtà cambia molto: per esempio, potrei scrivere “ancora non ci sei”. Invece dicendo che ancora non ci siamo, gli faccio capire che non è solo. Che dobbiamo lavorare di più, sia io che lui.

Sì, forse sbaglio, ma sono uno di quei prof che quando un suo studente prende 4 non si chiede: “Dove sta sbagliando questo ragazzo?”, ma “Dove sto sbagliando, io?”.

REAZIONI

All'inizio i ragazzi non erano contenti. Soprattutto i " bravi". Non capivano. Volevano il numero. Lì è stata dura: a un certo punto ho dovuto dire "Si fa come dico io e zitti". Molto democratico, lo so. Adesso sono passati 4 mesi da quando ho iniziato, e posso dirlo tranquillamente: sono quasi tutti migliorati. Studiano di più, le verifiche sono migliori. Il clima è più sereno.

Soprattutto: è successo molte volte che un ragazzo faceva una prova male e poi una molto bene, oppure anche una benino e una così così: in pratica, non succede quasi più che il ragazzo col sei e mezzo prende sei e mezzo sempre e comunque. Vanno su e giù. Come è normale che sia. È molto più anormale vedere che un ragazzo prende sempre lo stesso identico voto. È lì che ti devi chiedere “Ehi, non è che c’è qualcosa di strano qui?”.

Quando usavo i voti infatti spesso i sette restavano sette, i nove nove. E soprattutto i quattro quattro.

Liberandosi da quel numero, è come se ci fossimo tutti tolti di dosso un'etichetta.

E I GENITORI?

Come minimo, mi direte, saranno arrivati i genitori a frotte, mi avranno aspettato sotto casa. Naaah. Almeno: io non me ne sono accorto.

Forse hanno intenzione di farlo e io non lo so, o forse hanno notato anche loro che così i ragazzi studiano più volentieri, boh. Fatto sta che anche se iniziassero a protestare non ho intenzione di cambiare, se i risultati continuano ad essere così buoni.

Anche perché non è che i voti io li ho tolti del tutto: sul registro, io, quel numero, lo scrivo. Solo non lo dico a loro. L’unica volta che si ritrovano il fatidico numeretto è in pagella, due volte all’anno. Se fosse per me lo toglierei anche da lì, ma credo che il mio preside non sarebbe esattamente d’accordo.

CONCLUDENDO: I VOTI FANNO BENE SOPRATTUTTO A QUELLI GIÀ BRAVI

Non so, è probabile che tra un po’ qualcuno non mi permetta più di farlo: scrivo queste righe solo per dire che intanto io ci ho provato, e ha funzionato. Dopo questo esperimento, posso dirlo forte e chiaro: almeno fino alla seconda media, i voti fanno bene solo a quelli che sono già bravi.

A tutti gli altri, l’effetto principale che hanno è quello di far credere loro che più di quel tanto, più di quel numero da cui non riescono mai del tutto a uscire, non potranno mai fare.

E invece sì che possono. Questa è, alla fine, la sola cosa che voglio insegnargli: che possono.

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