Alternanza Scuola Lavoro, non più solo una voce. Il Ministero ha, infatti, rilasciato una guida operativa per docenti e dirigenti scolastici, ma come funzionerà? Per molti un traguardo, per altri una tortura. Dopo l’approvazione della riforma scolastica la Buona Scuola del governo Renzi a luglio, pochi giorni fa è arrivata una guida di circa 100 pagine dal Ministero in cui venivano spiegati i principi e i criteri base del funzionamento dell’alternanza scuola-lavoro. In allegato, anche una lettera firmata dal Ministro in cui ricordava l’importanza e gli scopi nobili di questa legge. Ma cosa cambierà per noi studenti? Il primo passo da fare per capirci qualcosa è capire cosa la legge voglia. Negli intenti nobili del Ministero, l’obiettivo sarebbe quello di facilitare l’apprendimento da parte dei ragazzi delle abilità di base richieste nel mondo del lavoro. Come? Mandando i ragazzi a lavorare.
Il tutto verrà svolto, molto probabilmente, nell’estate di terza, quarta e quinta superiore, obbligatoriamente in tutti gli anni, per un totale di 200 ore per i licei e di 400 per gli istituti tecnici. Aspettate prima di balzare sul posto, questa è solo la teoria, di certo c’è ancora ben poco. Sembrerebbe che, solo per quest’anno, il progetto riguarderà solo i ragazzi che passano dalla terza alla quarta, l’anno prossimo verrà ampliato anche all’anno successivo per entrare a regime tra due. Da studente, però ho molteplici perplessità non ancora chiare. È stato detto che le ore debbano essere 200, sommando quelle svolte nell’arco dei tre anni, ma, almeno secondo me, è di primaria importanza stabilire se le esperienze fatte in università siano o meno da sottrarre alla mole di lavoro perché, come vi avevamo già accennato, c’è la possibilità di fare degli stage nelle università durante l’estate della quarta.
Le domande sono ancora molte, quello che ci resta da fare è aspettare e stare a vedere.
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