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Ecco chi a scuola non ci va: le ragazze sono in testa

20 ottobre 2015

Parliamo spesso di scuola, anzi, cerchiamo di darvi tutte le informazioni possibili, ma anche di farvi divertire e di strapparvi un sorriso nelle giornate più buie. Eppure questo non è un privilegio per tutti. Cosa fate ogni giorno? Andate a scuola. Bene, anche se molti di noi possono considerare tutto questo come una scocciatura senza precedenti, l’ultima analisi della World Bank dipinge una situazione in Italia paradossale. Se da una parte si investe cercando di creare delle riforme che possano migliorare il sistema, dall’altro si assiste a molteplici ragazzi e ragazze che, nonostante siano nell’età dell’obbligo scolastico, non frequentano. Premetto con il dire che non è sempre così facile riuscire a fare statistiche come queste. Il campione di analisi non è molto facile da osservare perché, molto spesso, non viene dichiarato. Questo motiva perché, osservando con attenzione tutti i dati, il numero effettivo di studenti non frequentanti ogni anno tende ad oscillare vorticosamente, arrivando certi anni anche a raddoppiare.

scuola

Cerchiamo però di analizzare i dati a nostra disposizione. In Italia circa 1 ragazzo minorenne su 130 non frequenta la scuola dell’obbligo. Una percentuale che, seppur modesta, dovrebbe essere annullata, in quanto è ormai certo che l’istruzione di base sia necessaria per poter far carriera nel mondo moderno, guadagnarsi da vivere e affermarsi nella vita. Inoltre, con il nuovo progetto alternanza scuola lavoro questa formazione dovrebbe aiutarci ancora di più nel mondo professionale!

Ma questi dati sono ancora più sconcertanti, perché, contro quasi 20mila ragazzi non frequentanti, ci sono 27mila ragazze che non frequentano. In pratica, il numero di ragazze è nettamente superiore. Questi dati dovrebbero bastare per allarmare i piani alti. Poter esprimere un giudizio concreto su questi dati non è così semplice, prevalentemente perché non sono dati certi con cui poter lavorare. Fatto sta che, guardando alla situazione europea, non sembriamo essere messi così male. Mentre alcuni stati come Germania, Norvegia e Svezia hanno dei dati nettamente più ridotti dei nostri, ci sono stati in cui questo numero aumenta esponenzialmente, ad esempio la Polonia, con quasi 60mila ragazzi e ragazze. Una realtà su cui bisognerebbe concretamente intervenire.

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