Tra le pagine Facebook che adoro di più ci sono senza ombra di dubbio "Amori grammaticalmente scorretti" e "Scartare corteggiatori e potenziali amanti per li errori grammaticali". Di solito fanno molto ridere perché capita di leggere errori grammaticali veramente assurdi. Solo che in questi giorni si è accesa una polemica davvero enorme in merito alla conoscenza reale della nostra lingua ed è venuto fuori proprio questo: che gli studenti italiani non sanno scrivere.
Non si parla di studenti delle medie o delle superiori. Non solo, quantomeno. Ci si riferisce e ci si scontra soprattutto contro quegli universitari che fanno degli strafalcioni linguistici davvero imbarazzanti quando si trovano a dover impugnare una penna e comporre un testo scritto. Più che di errori possiamo parlare di veri e propri orrori grammaticali.
La protesta di 600 professori universitari
Così è accaduto che 600 docenti dell'università sono insorti contro questo vero e proprio scempio contro l'italiano scritto e hanno lanciato un appello urlante a Governo e Parlamento affinché si metta in campo un piano di emergenza per rilanciare lo studio della lingua, alle elementari e alle medie.
I professori si sono davvero accaniti perché consapevoli del fatto che "Chi parla male pensa male" e hanno cercato di far comprendere alle masse che, se necessario, si dovrebbe ricorrere a misure drastiche. Dove con drastico si intende una sorta di ritorno al passato. Al dettato ortografico (la mia maestra me lo faceva fare sempre, annoiandomi a morte), al riassunto, alla comprensione del testo, alla conoscenza del lessico (quanto meno quello di base), all'analisi grammaticale fino ad arrivare alla scrittura corsiva a mano.
I ragazzi che finiscono le superiori arrivano all'università con grossi problemi linguistici: non solo scrivono male, ma fanno fatica pure a leggere e ad esprimersi in forma orale. Gli errori che si commettono allo scritto, però, sono i peggiori: roba che Dante avrebbe una crisi di nervi e sverrebbe ogni tre secondi. Tra grammatica, sintassi e lessico (c'è chi non conosce neanche il significato della parola "penultima") sono, infatti, errori comprensibili sono se hai 9 anni e fai la terza elementare.
Il Ministro Valeria Fedeli invita a ricordare la lezione di Tullio De Mauro
Chissà cosa sta pensando in questo momento il grande linguista italiano Tullio De Mauro, che da pochissimo tempo non è più tra noi. Sicuramente non sarà inorridito perché era già pienamente consapevole di questa situazione linguistica e aveva pure provato più volte a farcelo notare. La lingua è una risorsa preziosa, da imparare ad usare perché ci aiuta a comunicare, capire e farci capire e ad essere pienamente cittadini del mondo.
Il Miur sta cercando di mantenere viva la sua eredità attraverso il coinvolgimento di tutte le scuole. A queste ultime è stato chiesto di trasformare in azioni didattiche questo bisogno di migliorare le competenze linguistiche degli studenti. Siamo davanti, purtroppo, a quello che prende il nome di analfabetismo di ritorno. Tutti quei soggetti in possesso di titoli di studio che non esercitano mai le competenze acquisite, finiscono in pratica col dimenticare quanto conoscono.