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Il Politecnico di Milano primo tra gli atenei italiani

6 settembre 2016

Il Politecnico di Milano si aggiudica il primo posto nella classifica dei migliori atenei italiani. L'unica pecca è che in realtà si tratti del ranking internazionale che la colloca al 183esimo posto, seguita da Bologna, 203esima, La Sapienza di Roma, 223esima, e il Politcenico di Torino, 305esimo in classifica. Le università analizzate nel corso delle tredicesima edizione del QS World University Rankngs sulla base delle proprie performance accademiche sono 3800, ma soltanto 916 sono state incluse nella classifica.

In cima alla classifica, tre atenei americani: il Mit, Massachussett Institute of Technology, primo per il quinto anno consecutivo, Stanford e Harvard. Al quarto posto Cambridge, al quinto il California Institute of Technology e al sesto Oxford. Gli Stati Uniti, dunque, continuano a dominare il ranking, con 154 università piazzate tra le prime posizioni. Crescono Russia, Cina e Corea del Sud a scapito di Europa dell'ovest e America Latina. I paesi in crescita sono accomunati da investimenti continui nella ricerca e nella formazione, nel settore pubblico e privato.

Il Politecnico di Milano è il primo in Italia per il secondo anno di seguito. Ha scalato ben quattro posizioni, a differenza degli altri atenei italiani che invece hanno perso terreno, eccezion fatta per il Politecnico di Torino. Nonostante il crollo della maggior parte delle università del nostro Paese, è risaputo che queste ultime godano di grande reputazione da parte degli accademici e dei recruiter internazionali, i quali dimostrano un particolare apprezzamento proprio per Bologna, la Sapienza di Roma e il Politecnico di Milano. Per i datori di lavoro, invece, la migliore in assoluto è senza ombra di dubbio la Bocconi.

I fattori presi in esami dal Qs per l'elaborazione della classifica sono sei, tra i quali spiccano la quantità di risorse impiegate nell'insegnamento, la qualità della ricerca, l'internazionalità, l'occupabilità dei laureati alla fine degli studi. Altro indicatore non indifferente è il numero di citazioni ottenute dai ricercatori per ricerche pubblicate sulle riviste scientifiche internazionali.

Riusciranno le nostre università a iniziare il nuovo anno con la volontà di puntare su questi fattori? Lo scopriremo soltanto il prossimo anno, con l'uscita del nuovo ranking.

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