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Maturità 2017: fisica alla seconda prova? No grazie

25 gennaio 2017
Maturità 2017: fisica alla seconda prova della maturità per il liceo scientifico? No grazie. Perché? Perché sarebbe la prima volta e sarebbe troppo difficile e quindi gli alunni e i professori del Liceo Scientifico XXV Aprile di Pontedera di Pisa lanciano una petizione al Ministero dell'Istruzione. Petizione che ha l'appoggio di tanti studenti e professori di tutta Italia. Manca infatti molto poco alla comunicazione ufficiale del Ministero sulle materie oggetto di esame per la seconda prova della maturità e, in virtù della alternanza (la regola non scritta per cui il Miur sceglie le materie per l'esame), le materie di quest'anno saranno “opposte” a quelle del 2016. Al liceo scientifico però l'alternanza matematica-fisica prevista dalla riforma Gelmini non è stata ancora approvata e ci si chiede se il ministro Fedeli, appena nominata, la metterà in pratica proprio quest'anno.

Maturità 2017: fisica alla seconda prova, lanciata una petizione

Così sul web si è scatenato il panico e il tentativo a furor di popolo di scongiurare fisica come materia della seconda prova allo scientifico. La petizione lanciata dagli studenti di Pisa si trova su Change.org e conta già 11 mila firme. I punti di forza sono il livello troppo difficile: “ Il livello delle richieste appare decisamente sproporzionato in relazione a quanto è ragionevolmente possibile svolgere in aula”. I professori si schierano con gli alunni specificando che con tre ore al triennio e due al biennio è praticamente impossibile preparare al meglio i ragazzi per una seconda prova di questo tipo che andrebbe a penalizzare l'intera carriera scolastica dei ragazzi.

Maturità 2017: fisica alla seconda prova, i ragazzi non sono pronti

Altro punto su cui batte con forza la petizione è la richiesta di non affidare a chi non ha reale conoscenza delle condizioni di lavoro nelle scuole italiane la scelta delle prove d'esame. Così, nell'appello, si chiede un incontro con il Miur per arrivare a una soluzione condivisa. “Chiediamo pertanto: che siano anzitutto resi pubblici i nominativi degli estensori ministeriali delle prove, affinché chi fa scuola, concretamente e con passione ogni giorno, possa avere un interlocutore con cui confrontarsi; che il Ministero, astenendosi da atti dirigistici, unilaterali, "calati dall'alto" e in sostanza poco rispettosi del lavoro di studenti e docenti, eviti di affidare l'elaborazione di astratte prove d'esame (lontanissime da quanto proposto dagli stessi libri di testo in uso nei licei) a chi non ha conoscenza delle reali condizioni di lavoro nelle scuole italiane e presti invece ascolto a chi - in quelle scuole - entra ogni giorno con un entusiasmo che non merita di essere frustrato”. Ora non resta che attendere.
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