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Rappresentanti d'Istituto: l'importanza del voto - Diario degli studenti

31 marzo 2015

votare scuola«Puntualmente ogni anno, in tutte le scuole secondarie di secondo grado, arrivano le elezioni dei rappresentanti, sia di classe, sia d’istituto. E puntualmente ci sono ragazzi pronti a candidarsi, pronti ad accettare questa responsabilità. Con ogni mezzo i candidati sono pronti a raggiungere il loro obiettivo e ad accettare uno dei ruoli più rinomati in ambito studentesco.

Da quando la scuola italiana si è aperta verso la società con i famosi “decreti delegati” del 1974 le elezioni sono diventate inevitabili. Ogni anno nel periodo compreso fra Ottobre e Novembre si aprono le campagne elettorali. In questo periodo i candidati cercano di ottenere più voti possibili da parte dei propri coetanei in modo tale da assicurarsi la vittoria, ciò avviene in base alle conoscenze o alla suddetta popolarità di un ragazzo. Questo potrebbe sembrare un ragionamento pessimista perché cosi facendo si tagliano fuori ragazzi più introversi, negando loro grandi chance di vittoria in quanto uno studente introverso potrebbe non avere lo stesso numero di conoscenze di un suo coetaneo più spigliato. In realtà questa è la legge non scritta delle votazioni studentesche.

Diciamoci la verità, per essere rappresentante (sia esso di classe o d’istituto) non è richiesta alcuna competenza, in nessun campo. L’unica capacità richiesta per essere un buon rappresentante è la volontà. Un rappresentante deve saper resistere agli attacchi che riceverà, perché quando ci si espone al pubblico bisogna mettere in conto che anche se siamo la persona più brava e inattaccabile di questa terra le critiche ci saranno sempre, e non sempre saranno critiche costruttive, a volte potrebbero essere addirittura distruttive. Per questo il buon rappresentante deve anche saper resistere e saper difendere ciò che sta rappresentando. Nota aggiuntiva per chi rappresenta l’istituto, poiché oltre alla volontà sopra citata, c’è un’altra qualità che ne delinea la bravura ovvero il potere decisionale. Quest’ ultimo sarà un attributo fondamentale in quanto colui che vincerà le elezioni d’istituto si ritroverà a rappresentare 500 ragazzi, a volte anche più di 1000 per scuole più grandi, quindi dovrà essere impassibile e fare la scelta giusta per il proprio “popolo di studenti” sempre e in ogni caso. Per questo il voto è un grande potere in quanto ognuno di noi tramite la nostra personale e segreta opinione sceglierà delle persone che dovranno rappresentarci al meglio d’avanti ad un consiglio di classe, un consiglio d’istituto o addirittura con una realtà al di fuori della scuola. Dunque come fare ad abolire la legge non scritta della popolarità? Come aiutare gli elettori a fare la scelta giusta senza condizionamenti? Innanzitutto bisogna educarli al voto, perché quello che oggi è un cattivo elettore a scuola sarà un cattivo elettore nella società italiana. Molte scuole usano la Peer Education, ovvero un movimento di ragazzi all’interno dell’istituto che attraverso delle attività insegnano ed educano i loro coetanei. Questa potrebbe essere un’ottima soluzione se non fosse per il fatto che non tutte le scuole dispongono di una Peer Education (alcuni non sanno neanche l’esistenza di questo movimento) o se ce l’hanno non funziona in modo efficiente.

Dunque, prima di poter parlare di elezioni scolastiche bisogna prima parlare di educazione, educazione ad un diritto-dovere importantissimo cioè quello del voto. Essendo le liste aperte a tutti bisogna saper riconoscere chi è in grado e chi non è in grado di ricoprire un ruolo cosi, altrimenti si rischia di dare voce alla legge non scritta delle votazioni studentesche.

Se non c’è educazione c’è ignoranza e se c’è ignoranza al voto si rischia di dare potere a persone sbagliate, benchè, ripeto, che un cattivo elettore scolastico oggi sarà un cattivo elettore italiano domani».

Davide Manocchia - Istituto Economico "A. Fraccacreta" di San Severo - Foggia

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