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Il Tar boccia i licei “brevi” voluti dal Ministro Carrozza

13 ottobre 2014

“Illegittimi”, così ha dichiarato il TAR del Lazio, lo scorso 16 settembre, pronunciandosi riguardo ai cosiddetti licei “brevi”: la sperimentazione avviata dall’ex Ministro alla Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza, del Governo Letta, che prevede la riduzione del percorso delle scuole superiori da cinque a quattro anni.

Il ricorso al Tar è stato presentato dal sindacato della scuola della Cgil (la Flc Cgil), secondo la quale gli alunni che frequentano il corso di cinque anni verrebbero trattati con disparità rispetto a coloro soggetti alla sperimentazione. Inoltre, il giudice del TAR, Pierina Biancofiore, motiva la sentenza con la mancanza del parere riguardo la riforma del Consiglio nazionale di pubblica istruzione, organo, nota bene, che non esiste più dal primo gennaio 2013 e che verrà rieletto solo entro il 31 dicembre 2014.

I licei “brevi”, però, oltre che dal Tar, erano già stati bocciati dall’opinione popolare, che non sentiva affatto l’esigenza dell’abbreviazione del percorso scolastico. L’allora Ministro Carrozza li aveva infatti giustificati con l’intenzione di portare il percorso scolastico italiano al pari con quello di altre nazioni europee, ma la sperimentazione era vista in modo negativo soprattutto dal punto di vista dell’occupazione: meno anni al liceo significa di conseguenza meno personale, con pesanti ricadute soprattutto sul personale precario.

Insomma, un bel pasticcio. Ma quale sarà il destino del Liceo Ginnasio Statale Quinto Orazio Flacco di Bari, dell'Istituto Superiore Ettore Maiorana di Brindisi, dell'Istituto TecnicoEconomico Enrico Tosi di Busto Arsizio e dell'Istituto Superiore Carlo Anti di Verona che hanno già iniziato con la sperimentazione?

Non si conosce ancora la risposta conclusiva, ma il Miur, intanto, ha annunciato che farà ricorso al Consiglio di Stato, in quanto, rilancia: “Il decreto legge 90 del 2014 spiega che il parere del Consiglio nazionale della pubblica istruzione non è dovuto” e che “dal 1999 le scuole possono attivare progetti innovativi che incidono sulla durata degli ordinamenti”. Ovvero: per il Miur questo percorso sperimentale deve essere portato avanti, ma, per ora, sembra solo l’inizio di una lunga telenovela sulla scuola.

Secondo voi è utile ridurre da 5 a 4 gli anni delle superiori per avvicinarci agli altri paesi europei? Oppure non riusciremmo a terminare tutti i programmi?

Dateci la vostra opinione nei commenti qui sotto o all'indirizzo infostudenti@scuolazoo.it.

 

Elena Bertola di Infostudenti

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