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Tecnologia a scuola, per cambiare basta solo quella?

5 novembre 2015

Tecnologia e scuola. Due parole che, soprattutto nella mente di noi, sono difficili da far convivere. Eppure ci stiamo muovendo in quel senso, finalmente. Quando si parla di portare la tecnologia nelle scuole, questa è sempre vista con un filo di diffidenza, soprattutto da parte dei docenti. “Nulla potrà mai sostituire il buon vecchio libro cartaceo”. Ed è proprio per questo che, quando si viene poi catapultati al di fuori del mondo scolastico, ci si scontra con delle esigenze lavorative che richiedono le competenze informatiche, non sempre così approfondite sui banchi di scuola. Problema risolvibile? In teoria sì. Non ci vorrebbe neanche tanto, basterebbe finalmente rendersi conto che la lezione “frontale” ha esaurito le proprie potenzialità e che servirebbe un modo di insegnare che riesca a coinvolgere maggiormente gli studenti, utilizzando appunto tutta la tecnologia che abbiamo a disposizione.

tecnologia a scuola

Ma il cambiamento non si deve limitare solo all’introduzione della tecnologia, strumento che può solo aiutare noi studenti, ma deve anche muoversi verso la possibilità di avere insegnanti che non si limitino a impostare lezioni su una sola materia, ma che sviluppino in noi ragazzi la capacità di collegare informazioni diverse provenienti da ambiti diversi. Questo è quello che manca per essere competitivi. Come ho già detto, è facile solamente in teoria. Applicare al mondo reale un cambiamento del genere significherebbe rivoluzionare il sistema scolastico. E non con le solite riforme che si sono alternate negli ultimi anni, che hanno arrecato quasi più danni che vantaggi a noi studenti, ma riuscendo a ripensare a una modifica drastica del rapporto insegnante-studente. Possibile? Mentre l'Ocse si è appena pronunciata sulla tecnologia a scuola noi staremo a vedere cosa succederà.

 

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