#Maturità

La fine di un viaggio durato 5 anni – #DiarioDiUnMaturando – Ep.17

5 giugno 2014
[Continua da Commissari esterni, quando cazzo escono? – #DiarioDiUnMaturando – Ep.16]

986823_819365734743113_2121116985_n 5 anni di superiori stanno per finire, tra “stanno” e “per” aggiungerei un “Finalmente” forse.

Già, forse. Perché tutto sommato si chiude un ciclo, “Chi lascia la vecchia strada per quella nuova sa cosa perde ma non sa quello che trova”. E’ tempo di decidere quale percorso universitario intraprendere o se iniziare una carriera lavorativa. Ma queste tanto odiate superiori forse un po’ mi mancheranno.

Nonostante tutti i giorni in cui ho maledetto il fatto di non aver scelto una scuola più facile. Nonostante la tanto odiata professoressa di matematica, quella che ti toglie la voglia di vivere, quella che fa di tutto per poterti fottere, che crea verifiche impossibili il cui massimo voto a cui puoi aspirare è un numero compreso tra il 2 e il 4, che quando ti interroga, anche se sai tutto, “Per me non arrivi alla sufficienza, 5”, quella che “Ragazzi separate i banchi, verifica a sorpresa”, quella che quando stai a casa perché sei ammalato per lei stai balzando, e allora si sente in dovere di abbassarti il voto in condotta perché ovviamente, per uno strano scherzo del destino, è anche la coordinatrice di classe e il suo giudizio vale più di tutti quelli degli altri professori messi insieme.

10438727_4130432115082_901525705_nNonostante le notti passate insonni a studiare decine e decine di capitoli arretrati per la verifica del giorno dopo, maledicendo il fatto di non aver studiato volta per volta e promettendoti “Dalla prossima lezione giuro che ogni volta che spiega qualcosa lo studio e non faccio accumulare nulla”. Sì, la più grande cazzata di sempre, il mese successivo infatti si ripeteva sempre la stessa scena, 2 di mattina e ancora 300 pagine da studiare, caffeina a fiumi che non riesce comunque a tenere gli occhi aperti, testa sul libro che inizia a penzolare pian piano fino a quando non senti “Svegliati, son le 7.30, muoviti o arrivi in ritardo anche oggi”, “Merda, mi sono addormentato nuovamente” pensi, ma ormai è troppo tardi, testa alta e via alla ghigliottina, “Tanto poi mi faccio interrogare e recupero tutto”.

Ma come dimenticare i compagni di classe, compagni di mille disavventure, come poter dimenticare la vicina di banco che ti presta una trentina di biro all’anno che puntualmente non le torneranno mai, i compiti copiati qua e là, il bidello che qualsiasi cosa fai ha sempre da ridire, forse viene pagato proprio per questo: lamentarsi, e allora lo si stuzzica apposta aspettando la sua furiosa reazione in un italiano non del tutto classificabile.

Notte prima degli Esami: il 17 sera passalo con noi!

Come dimenticare il caffè delle macchinette che sembra tutto tranne che caffè, ma vabbè, sempre meglio di niente, la fila alle macchinette, le croccantelle, la gnocca della 4B, le ore di educazione fisica che si trasformano in un pronto soccorso quando bisogna fare il test di Cooper, chi cazz o ha voglia di correre 12 minuti, magari fuori dalla palestra, al freddo, molto meglio inventarsi una malattia e cercare di battere il punteggio di quello stronzo del tuo amico su Fruit Ninja, o di battere il secchione della classe a QuizDuello.

10363499_10202047693495157_6130929227956211787_nCome dimenticare le gite scolastiche, giorni di puro delirio, o meglio, nottate di puro delirio perché si sa, “La notte leoni, la mattina, beh, coglioni”, alla fine chissenefrega del monumento o del quadro, quello che importa in una gita che si rispetti è la stanza dell’albergo che puntualmente al calar del sole si trasforma in una piccola Miami, con tanto di zona fumatori annessa, perché chi crolla e si addormenta per primo poi “son cazzi suoi”.

Come dimenticare quella con cui ci hai provato per 5 anni, sì, quella stronza che ti cercava solo per sapere se il giorno dopo interrogava in filosofia e tu scemo  le rispondevi pure, per poi un giorno vederla uscire con uno di quelli che consideravi un amico e che fino al giorno prima ti diceva: “Tranquillo, stasera vedrai che sarà tua al 100%”.

Infine come dimenticare la frase che ho ripetuto tutti i giorni da quando le superiori sono iniziate: “Giorgio, se oggi chiama me all’interrogazione sono fottuto, non so nulla”.

Poche certezze e molti dubbi mi assalgono ora, l’unica cosa che so è che sono stati 5 anni indimenticabili, chissà cosa mi riserverà ora il futuro, dove sarò tra 20 anni, che ne sarà di me e della mia vita, “Goditi gli anni delle superiori, sono i migliori e non tornano più” mi ripeteva spesso mia madre, non le ho mai dato retta, “Sì mamma, studiatelo te quel segaiolo di Leopardi, poi ne riparliamo”, ma sotto sotto forse aveva perfettamente ragione, anzi, ne sono sicuro. In questi anni ho trovato amici fantastici che spero di poter portar con me per il resto della mia vita, persone con cui ho condiviso gioie e dolori e con cui ora, tra una risata, una battuta e una gran dose di paura mi accingo ad affrontare la Maturità.

5 anni di superiori stanno per finire, tra “stanno” e “per” aggiungerei un “Finalmente”, senza il forse iniziale.

[Nuovo episodio: Maturità, l’incubo ormai è alle porte – #DiarioDiUnMaturando – Ep.18]

Notte prima degli Esami: il 17 sera passalo con noi!

PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo