#Maturità

Il Natale del maturando secondo Francesca Michielin

25 dicembre 2015

Dal 24 dicembre al famigerato 6 gennaio (giornata nazionale della depressione studentesca) hanno luogo le tanto amate feste natalizie, caratterizzate da pranzi e cenoni che potrebbero sfamare l’intera terra di mezzo, parenti che sfoggiano maglioncini improponibili, transumanze verso le montagne per settimane bianche e battaglie di palle di neve, occupazioni di bar e caffetterie per bere in massa litri di cioccolata calda (+ panna, + cacao, + cocco, + biscottino numero 1, + biscottino numero 2…), pomeriggi in pigiama a vedere tutti e 8 i film di Harry Potter… ma tutto questo NO, non per il maturando, il cui destino ha riservato ore e ore da passare sulle “sudate carte” per recuperare materie, iniziare a fare qualcosa per la famosa tesina di maturità, iniziare a fare qualcosa e basta (visto che il primo quadrimestre è snobbato tanto quanto l’insalata al McDonald's), preparare i famosi “schemi” (nessuno ha ancora capito come farli), insomma, tutto questo mentre gli altri si divertono e lievitano come pandori.

Certo, i maturandi diligenti vanno comunque a farsi la settimana bianca, ma nessuno riesce a mantenere una costanza del genere, così titanica, (almeno questo posso appurare dalle mie esperienze scolastiche), nemmeno in quinta superiore, in cui si dovrebbe dimostrare di essere “maturi”… maturi, già…

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Infatti, quando arriva il Natale, nella testa del maturando iniziano certi pensieri… certi pensieri di procrastinazione… sì… della serie: perché fare oggi quello che puoi fare a GENNAIO?

Gennaio è la più grande delle utopie, degna di Tommaso Moro e di tutti quelli che credono ancora negli unicorni. Una meta, un sentimento, un ideale, un rifugio mentale, un’isola che non c’è.

”Belli, io vado a fare snowboard, allo studio ci penso a gennaio, tanto c’è tempo!”, “da gennaio sarò uno studente modello”, “da gennaio inizieranno i miei buoni propositi: una versione di latino al giorno e addio ai carboidrati”… qualcuno ha detto gennaio? Sì, lo dicono tutti!

Ma quando la notte di capodanno inizia il fomentato countdown, 10, 9, 8, 7... il maturando comincia a sentire qualcosa di strano… 3, 2, 1... tutti ridono, scherzano, impugnano stelline brillanti e spumanti, mentre il maturando ha in mente solo: “ANSIA. ANGOSCIA. VOGLIO TORNARE AL 24 DICEMBRE.”

Francesca Michielin

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