#Maturità

"Lasciate ogne speranza voi ch'intrate": l'inizio della fine - Diario di una maturanda

12 febbraio 2015

Inizia la scalata verso quell’avvenimento che per cinque anni ci è sembrato così lontano da non sembrarci neanche vero: la Maturità. I professori ormai ripetono questo termine 250 volte al giorno. Non ho ancora capito se lo facciano per farci aumentare o diminuire l’ansia, in ogni caso la cosa sta diventando preoccupante.

Un po’ della mia storia. Ho cominciato il liceo linguistico ormai 5 anni fa, quando ero ancora uno piccola ragazzina ingenua, piena di speranze, con una gran voglia di viaggiare e di padroneggiare le lingue degli altri paesi del mondo. Ora che sono quasi alla fine di questo percorso e che il più grosso delle esperienze che potevo fare l’ho fatto, devo ammettere che alla fine con questo liceo ho avuto delle grandi possibilità. Forse non proprio quelle che mi aspettavo all’inizio, ma comunque sempre tante, che di sicuro verranno fuori attraverso i miei racconti.

studentessa maturità

Ho sempre convissuto bene con la mia classe. Insomma, ho imparato in fretta a convivere con altre 23 ragazze (e una sottospecie di ragazzo) che, credetemi, non è cosa facile e neanche il protagonista del telefilm “ Ned - Scuola di sopravvivenza” ne ha idea! Ma ancora oggi ho un po’ di paura di quando una notizia improvvisa turba l’animo della classe provocandone un’ira generale, cosa che è successa pochi giorni fa.

Nel liceo linguistico si è sempre potuto scegliere la lingua straniera da trattare in seconda prova, e noi, fin dalla prima, avevamo mantenuto questa certezza meglio della nostra fede religiosa. Ma d’altronde con l’arrivo della nuova ministra Giannini, così rivoluzionaria, già ce lo aspettavamo che la “sfiga” sarebbe diventata la nostra migliore amica. Infatti, è bastato poco tempo perché tutto ciò si manifestasse sotto i nostri occhi con la decisione che la lingua di seconda prova quest’anno sarebbe stata decisa dal Ministero, e in più che fosse proprio quella la cui professoressa impersona la Severità, nonché la lingua in cui TUTTE NOI siamo sempre andate peggio: Francese.

Grida, lacrime, panico si sono diffuse quindi in quella classe che fino a qualche settimana fa sembrava il nostro nido, pronto ad accoglierci, e che ora appare molto più come un’ “Inferno dantesco” alla cui porta abbiamo affisso la frase che meglio poteva rappresentare il nostro stato d’animo:

“Lasciate ogne speranza voi ch’intrate”.

Allora, quanti mesi mancano alla fine?!?

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