#Maturità

Maturità 2016 - Arriverà la fine, ma non sarà la fine

11 novembre 2015

Parto con questa celebre frase presa in prestito da Tiziano Ferro. 'Arriverà la fine, ma non sarà la fine', perché sì, maturità vuol dire anche fine del liceo.

Ho già fatto questa riflessione con voi una volta, ma solo l'altro giorno mi sono accorto di cosa comporterà la fine di questo anno. Sono quasi sicuro che andrò a fare l'università a Pavia, scelta che mi porterà ad allontanarmi dal mondo che conosco per spingermi verso qualcosa di nuovo. Ma non sarò totalmente solo, al mio fianco ci saranno due o tre compagni di classe intenzionati a fare la stessa cosa.

Però ho una scena in mente da qualche giorno e, da quando ci ho pensato, diventa un pensiero sempre più comune quando inizio a pensare al futuro. Partire per Pavia significa, sicuramente, allontanarmi anche dagli amici, proprio quelli che mi sono sempre stati vicini e con cui ho stretto un'amicizia invidiabile. La scena si svolge nella stazione di partenza. Mi immagino già che arrivo con questi tre ragazzi che verranno con me. Sono le cinque del mattino ma, essendo settembre, la scena è già abbastanza illuminata. Facciamo quei maledetti biglietti e, ad attenderci, ci sono tutte le persone che hanno significato qualcosa per noi. Ci guardiamo, ci ripromettiamo di non piangere, ma basta varcare quella soglia per scoppiare in lacrime. 'Arriverà la fine'.

Corriamo incontro ad amici e parenti, con le valigie che ci ostacolano, cercando di non mostrare il viso, quasi imbarazzati. Arriviamo dove sono loro e inizia uno di quegli abbracci che non ci dimenticheremo mai, uno di quelli che sembra durare per sempre. Ed ecco che, ad interromperlo bruscamente, è l'annuncio del treno in arrivo. La situazione si congela per un attimo, guardiamo in faccia quelle persone tanto amate e diciamo il fatidico 'a presto, mi mancherete tutti', il tutto detto con un dispiacere infinito.

Dopo aver salutato tutti, arriva il treno. Alcuni ci aiutano a caricare le valigie, ed ecco che mi tocca salire. Devo fare quei maledetti scalini che mi porteranno ad allontanarmi da tutto e da tutti. Ecco che una gamba si alza, e subito mi sento strattonato da dietro. È uno dei miei amici, il mio migliore amico, che mi trascina giù. Mi guarda, anche lui quasi commosso dalla pesantezza del momento, e mi dice 'a presto, fatti sentire quando arrivi'.

Salgo, mi giro per riguardare un'ultima volta quel posto in cui ho passato 19 anni della mia vita, 19 anni tra gioia e tristezza. Ma il mio pensiero va al futuro, così incerto e così lontano. Ecco che si chiude la porta su questo pensiero. Corro verso il mio posto a sedere e guardo fuori. Vedo di nuovo tutta quella gente venuta lì solo per noi che ci sta salutando, cercando di nascondere la malinconia. Eppure il momento è arrivato, è ora di salutarsi. Su questa nota triste parte il treno, allontanandomi da tutto quello che conosco.

Mancano circa 11 mesi a questa scena ma, da quando me la sono immaginata, continua a ricorrere nella mia testa, mi risulta impossibile levarla. 'Arriverà la fine, ma non sarà la fine'. Ma vederci del dolce in tutto questo non è per nulla semplice.

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