Come si scrive: apposto o a posto? La regola ed esempi
Anche quando si è madrelingua, è probabile che si abbiano dei dubbi riguardo un modo di dire o un'espressione in italiano. Solitamente queste domande nascono quando nel parlato alcune parole vengono pronunciate in maniera diversa in base alla regione e al dialetto di provenienza. Una di queste è «apposto» e «a posto». A tanti viene il dubbio su quale utilizzare quando dovete rispondere alla classica domanda «come va?», quale usare quando dovete dire che «avete messo in ordine» la vostra stanza e quale usare quando avete incollato un francobollo su una lettera. In questo articolo vi spiegheremo quale forma corretta usare in entrambi i casi e gli esempi per non sbagliare più.
Apposto o a posto: cosa cambia e regola
Sono due espressioni che si somigliano ma hanno due significati diversi, quindi bisogna fare molta attenzione a ciò che volete intendere quando parlate o scrivete per evitare di usare la forma sbagliata per esprimere un determinato concetto. Ecco qual è la differenza tra i due e come si usano:
- usiamo «a posto» per intendere «tutto in ordine» (quindi anche per rispondere alla domanda «come va?»)
- usiamo «apposto» per indicare in participio passato del verbo apporre
Esempi e uso corretto di apposto e a posto
Ecco alcuni esempi pratici per capire bene come si usano le due forme. Siamo sicuri che non sbaglierete più.
A posto:
- "Ho messo a posto la stanza"
- "Come stai? Tutto a posto"
- "Sono a posto con la coscienza"
Apposto:
- "Ho apposto un francobollo sulla cartolina"
- "Marco ha apposto la sua firma sul contratto per acquistare la casa"
- "Trovate in rosso le modifiche che ho apposto al testo"