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700 milioni pubblici all'anno per le scuole paritarie. E le pubbliche cadono a pezzi

5 febbraio 2015

In Italia, come ben sapete, non tutti gli istituti scolastici sono statali: nel nostro Paese 13.625 scuole, dall'infanzia alle superiori, sono dette paritarie, in gran parte gestite da enti no-profit laici o cattolici. La loro sopravvivenza si fonda sui privati che le sorreggono e sulle ingenti rette annuali richieste alle famiglie degli studenti iscritti (parliamo di migliaia di euro); tuttavia, un piccolo aiutino arriva anche dalle casse dello Stato.

Stime recenti hanno inquadrato i finanziamenti pubblici alle scuole paritarie intorno ai 700 milioni di euro annui. In un periodo in cui le scuole statali stentano a reggersi in piedi (nel senso letterale della cosa, basta considerare gli incidenti che continuano ad accadere per problemi edilizi ----> #ScuoleAPezzi) e in cui il precariato tra gli insegnanti è il più profondo tra le categorie di lavoratori, si fa in fretta ad additare il dato come scandalo e come ennesimo caso di malagestione.

In realtà, è il caso di valutare bene alcuni dettagli prima di scendere in piazza contro le scuole private. Innanzitutto, dal punto di vista economico il discorso si chiude in fretta: tenendo in conto anche questi sacrileghi 700 milioni di euro che lo Stato indirizza alle scuole paritarie invece che a quelle pubbliche e bisognose, mediamente uno studente “pubblico” costa allo Stato molto più di quanto non faccia uno studente “privato” di pari grado. Se, per mancanza di fondi, gli istituti privati dovessero chiudere i battenti, il MIUR dovrebbe allora fare i conti con spese molto più importanti.

Anche etichettare le scuole paritarie come per fannulloni e figli di papà, nonché confinarle entro limiti che poco hanno a che fare con la vita pubblica, può essere fuorviante. Esistono realtà tra le scuole paritarie che sono davvero all’avanguardia nell’istruzione, sia per metodi che per contenuti. Inoltre, non bisogna ignorare che tanti esperimenti di didattica che un giorno potrebbero cambiare il volto della scuola pubblica partono oggi proprio dalle ristrette scuole private.

Certamente le scuole paritarie non sono immuni dai problemi: alcune indagini negli anni passati hanno portato alla luce casi di Istituti in cui il pagamento delle rette non era altro che un modo per comprarsi il diploma e arricchire così demeriti insegnanti. Lo sfruttamento dietro le cattedre delle paritarie è poi cosa nota: con l’incredibile competizione che si cela dietro le graduatorie, non sono pochi gli insegnanti che hanno accettato posti di lavoro utili per accumulare punti, ma a guadagno zero (o quasi).

Non c’è dubbio, allora, che le scuole paritarie, se correttamente e onestamente gestite, potrebbero essere una risorsa. Almeno così sembrerebbe, stando a queste considerazioni (che potete leggere approfonditamente in questo articolo). Voi, invece, che ne pensate? Scriveteci con un commento o una e-mail a infostudenti@scuolazoo.it!

Riccardo Gemma

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