Dopo la lunga serie di occupazioni che hanno coinvolto decine di istituti superiori, venerdì 5 dicembre, a Roma, si è verificato l'atto conclusivo della protesta studentesca: un corteo di quasi 500 liceali, dopo essersi riunito di prima mattina nei pressi della Piramide Cestia, ha sfilato per le principali vie della città per poi arrestarsi, in ultima battuta, davanti alle porte del Ministero dell'Istruzione.
"In Italia oltre il 60% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1974, anno di entrata in vigore delle normative antisismiche", dichiara, dati alla mano, uno dei partecipanti. "Ancora oggi (nel 2014!) moltissimi scuole necessitano di interventi di manutenzione tempestivi e altre ancora sono a rischio sismico e idrogeologico: occore prendere provvedimenti quanto prima". Del resto, come si evince dalle affermazioni di altri manifestanti, l'inadeguatezza del patrimonio edilizio delle scuole si ripercuote sulla sicurezza dei milioni di studenti che ogni giorno le frequentano: molti, infatti, ricorderanno ancora la tragedia di Rivoli (TO) avvenuta pochi anni fa, quando un ragazzo perse la vita a causa del crollo di un controsoffitto, o i casi eclatanti delle scuole di Aversa, Catona e Ragusa recentemente dichiarate inagibili (tutti i casi che abbiamo raccolto potete trovarli nella Sezione #ScuoleAPezzi)
Tuttavia, i disagi non consistono solamente in classi divise da mura di cartongesso, soffitti che fanno acqua, balconi pericolanti e finestre di dimensioni ridotte o pressoché assenti: l’inadeguatezza degli edifici, anche nei casi meno gravi, condiziona in negativo tutte le possibilità degli studenti. La mancanza di laboratori e palestre impedisce un esercizio corretto dell’educazione fisica e delle ore sperimentali riconosciute fondamentali per una migliore assimiliazione delle materie scientifiche. Le classi stesse, ormai troppo spesso, non sono sufficienti ad ospitare un numero di studenti sempre più elevato. In aggiunta a ciò, "il Governo Renzi con la “Buona Scuola” non fa altro se non inserirsi in continuità con le riforme precedenti, limitandosi a stanziare cifre irrisorie per il risanamento dell’edilizia scolastica", commentano i liceali aderenti alla protesta."Noi ci limitiamo a scendiamo in piazza per chiedere misure immediate al governo in deroga ai vincoli della UE. Non briciole ma un piano di investimenti a carattere stabile e duraturo per i prossimi anni che assicuri la sicurezze nelle scuole e un livello di strutture adeguate per la scuola pubblica".
E voi come vi ponete? Siete solidali o contrari rispetto a quanto sostenuto e richiesto dagli studenti romani? In che condizioni si trovano le vostre scuole? Lasciateci le vostre impressioni nei commenti!