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Berlinguer sulle riforme: "A scuola si deve godere, non rompersi le palle"

26 febbraio 2015
[caption id="attachment_209301" align="alignleft" width="308"]Luigi Berlinguer, ex ministro dell'Istruzione, interviene al convegno su La Buona Scuola (fonte immagine: www.corriere.it) Luigi Berlinguer, ex ministro dell'Istruzione, interviene al convegno su La Buona Scuola (fonte immagine: www.corriere.it)[/caption]

Non c’è modo migliore per festeggiare il primo compleanno del Governo Renzi che ritornando con le parole su uno dei punti chiave della politica di questo esecutivo: la riforma della scuola. Proprio questo è successo tre giorni fa al convegno su La Buona Scuola intitolato “La Scuola che cambia, cambia l’Italia”, di cui abbiamo parlato in “La Scuola che cambia, cambia l’Italia”: cosa cambierà per noi studenti? e sui cui vogliamo ritornare in questo, perché particolarmente interessante e apprezzato è stato l’intervento di Luigi Berlinguer, ministro dell’Istruzione dal 1996 al 2000.

L’ex ministro ha commentato il documento della Buona Scuola condendo la sua orazione con alcune parole poco eleganti, ma che sicuramente hanno colpito il bersaglio: “A scuola non ci si deve spallare, ma si deve godere”.  Non ci si deve annoiare, insomma; si deve godere del piacere di poter apprendere, di poter arricchire la propria persona con le conoscenze, ma anche con diversi stimoli alla creatività. In effetti, riportando ancora le parole di Berlinguer e ringraziando Platone, “noi dobbiamo avere una scuola dove si fatica e si studia, ma dove si gode, perché è l’eros che muove la vita, è il piacere, è la gioia”.

L’intervento di Berlinguer è stato coinvolgente e travolgente e non ha mancato di riferimenti concreti. L’ex ministro ha fatto un chiaro commento in particolare al punto 4.1 del documento de La Buona Scuola, paragrafo in cui si trattano gli aspetti più culturali della didattica, come l’insegnamento della Musica, della Storia dell’Arte, oltre che il Disegno e l’Educazione Fisica. Questo perché “la scuola non deve annoiare, né far sentire ai ragazzi il sapere lontano da sé”, ma penetrare, coinvolgere e stimolare. È indubbio allora che questi insegnamenti così importanti per il nostro patrimonio culturale e per la nostra posizione del mondo non possono essere trascurati e, anzi, possono solo rendere migliore l’ambiente scolastico; Berlinguer si è detto fiducioso e questa volta vogliamo esserlo anche noi.

Tuttavia, una vicenda ha macchiato il contesto del convegno in cui sono state pronunciate parole così pregnanti e paradossalmente ha avuto come protagonista quella stessa musica che si è voluto esaltare in ottica scolastica. Durante il convegno, la JuniOrchestra della Accademia Nazionale di Santa Cecilia si è esibita nella  riproduzione di complessi brani tratti dalle opere di Beethoven e Tchaikovsky, ma suscitando uno scarso interesse da parte del pubblico presente. Come si legge nella lettera inviata dal padre di un membro dell’orchestra a Renzi in persona, i giovani musicisti suonavano mentre le persone in sala chiacchieravano animatamente, si salutavano a vicenda e rendevano difficoltosa l’esecuzione dei brani. C’è da sperare, allora, che almeno quando si tratterà di applicare le riforme, i principali responsabili siano poi più attenti e dimostrino più tatto.

Adesso chiediamo a voi: cosa ne pensate delle parole di Berlinguer? Vi sentite di condividerle, di aggiungervi qualcosa o le respingete? Fateci sapere con un commento la vostra opinione o scriveteci a infostudenti@scuolazoo.it!

Riccardo Gemma

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