Ci passiamo tutti prima o poi in quella fase in cui insultiamo qualcuno e dopo, magari subito dopo o magari anni dopo, facendo i conti con noi stessi, ci rendiamo conto che quella nostra rabbia era dettata da un po’ di gelosia che non avremmo rivelato di avere neanche se sottoposti a tortura.
E così che persone come i più belli della scuola diventano “ragazzetti superficiali” o che i ragazzi più diligenti e studiosi della classe diventano i “secchioni”, o nei tempi moderni i “nerd”, e che ragazzi con diverso orientamento sessuale – specie i gay – diventano “frocetti”, “finocchi” e chi più ne ha più ne metta!
Questo ultimo caso poi è un po’ più complesso. Non stiamo dicendo che chi insulta i gay dev’essere certamente un gay represso, anzi spesso gli insulti derivano proprio solo da ignoranza o mancanza di empatia, ma a volte può accadere.
Può accadere come è accaduto a James che, oggi diciannovenne, racconta di aver sempre “bullizzato” i suoi compagni effemminati o dichiaratamente gay, e in modo particolare un suo compagno che chiama “Nate”, e di volersi scusare.
Questa sua decisione è stata presa perché appunto, dopo aver fatto i conti con se stesso, si è reso conto di essere gay e solo adesso si rende conto del perché dei suoi gesti violenti: un padre con l’idea che l’omossesualità fosse una cosa da punire, la paura di mostrare di essere chi è veramente davanti a una società che spesso non perdona nulla ed infine la gelosia per quel ragazzo che invece esprimeva liberamente se stesso e che, come ammette James, era davvero affascinante.
James invia così una lettera al suo compagno Nate e la conclude con un finale che serve ad insegnamento per tutti noi, qualunque sia il nostro sesso, la nostra confessione religiosa, la nostra sessualità o il nostro paese d’origine:
"A tutti quelli che sono stati nella mia situazione o in quella di Nate: mi dispiace, scusatemi. Se siete nella mia situazione, non ricorrete alla violenza verbale per le cose che vi spaventano o che non capite, parlate con la gente in modo civile, e apritevi con loro. Adesso so di essere gay, credo di aver maltrattato Nate tanto perché avevo paura di essere come lui, avevo paura di non essere il ragazzo forte ed etero che mio padre voleva.
Se invece vi trovate nella situazione di Nate, tenete duro! Non avete fatto niente di male, quelli che vi insultano o vi picchiano hanno problemi di crisi di identità, voi siete perfetti così come siete." E ricordatevelo sempre : se siete in pace con voi stessi e non recate danni a chi vi sta intorno, “voi siete perfetti così come siete”.
Ultimamente casi come questi sono diventati frequenti. A causa del bullismo si è pensato di aprire una scuola a Manchester dedicata agli studenti delle categorie lgbt (lesbiche, gay, bisex e transessuali). In alcuni casi infatti studenti omosessuali sono stati presi di mira dai prof che ritenevano l'omosessualità una malattia (com'è successo ad un ragazzo quattordicenne di Perugia) e alcune volte gli stessi professori, essendo gay, hanno rischiato di perdere il loro posto di lavoro perché non ritenuti adeguati all'insegnamento (com'è avvenuto per quell'insegnante di Perugia di cui vi avevamo raccontato la storia). Notizie tristi che storie come quella di James dovrebbero aiutare a prevenire ed eliminare dalle scuole.
E voi cosa ne pensate del gesto di questo bullo omofobo pentito? Avete già insultato qualcuno per gelosia? Scriveteci all’indirizzo infostudenti@scuolazoo.it o condividete la vostra storia nei commenti qui sotto!