In questi ultimi mesi si è parlato molto di valutazione degli insegnanti, dei presidi e delle strutture scolastiche in generale; lo stesso Ministro Giannini, in giorni recenti, ha approfondito quei punti presenti nel documento "La Buona Scuola" che dovrebbero fare in modo che gli studenti non siano più i soli a ricevere voti e pagelle a fine anno scolastico. Adesso, vediamo in breve gli aspetti salienti del sistema di autovalutazione che interesserà le scuole già dai prossimi mesi.
La prima tappa di interesse è fissata per il mese di ottobre, giorni in cui l'Istituto Nazionale di Valutazione INVALSI pubblicherà i parametri secondo il quale ogni scuola dovrà stilare un rapporto di autovalutazione degli insegnanti, della didattica e delle strutture. Entro dicembre, in aggiunta, le scuola dovranno ricevere anche le istruzioni su cui basare la valutazione della dirigenza. Nel mese di luglio, a scuole chiuse, il rapporto figlio delle valutazioni dettate dall'Invalsi sarà pubblicato sul portale del MIUR "Scuola in chiaro", che consentirà di comporre una panoramica nazionale della situazione scolastica.
Il rendiconto della situazione delle scuole, che si prevede possa diventare completo e affidabile nell'arco di un triennio, ovvero al termine dell'anno scolastico 2016/2017, può essere utile in due modi: in primis alle famiglie, le quali avranno la possibilità di confrontare l'ambiente delle scuole del terrirtorio in cui si intende mandare i propri figli a studiare; in secondo luogo al Governo stesso, che varerà, sulla base delle valutazioni elaborate, un piano di stanziamento di fondi per le singole scuole più adatto, sia per premiare il merito, sia per intervenire negli Istituti in difficoltà.
Sarà una novità anche l'inserimento delle figure degli ispettori, un nucleo di esperti e dirigenti tecnici nominati nuovamente dall'Invalsi, i quali saranno sfruttati dall'anno scolastico 2015/2016 per ispezionare il 10% degli Istituti, di cui il 7% che non rispondono ai requisiti di sicurezza e offerta formativa e il 3% a scelta casuale. Una prospettiva che sembra allineare la scuola italiana a molti sistemi educativi esteri di riferimento, ma che non piace ai sindacati che guardano con timore a questo piano di valutazione "statistico e burocratico, lontano dalla realtà delle singole scuole".
In realtà, i parametri di valutazione non sono ancora chiari, ma si anticipa che possano considerare dettagli come l'inserimento culturale e territoriale delle scuole, nonché le loro interazioni con l'ambiente circorstante. Voi cosa ne pensate? Siete sfiduciosi verso un intervento di enti centralizzati e lontani dai contesti comunali o pensate che possano esistere dei parametri oggettivi utili per valutare alla pari tutte le scuole italiane? Commentate o scriveteci all'indirizzo infostudenti@scuolazoo.it!
Riccardo Gemma