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Chieti, pagina facebook contro studenti meridionali

17 aprile 2013
Chieti, pagina facebook contro studenti meridionali
Studente di Chieti apre una pagina Facebook contro i colleghi meridionali: l'ha aperta sabato e dopo pochissimi giorni si è scatenata la polemica. Uno studente della facoltà di psicologia dell’Università D’Annunzio di Chieti, evidentemente stanco dei numerosi compagni di corso di origini meridionali, si è appoggiato al famoso social network per denunciare il sistema a numero aperto come mezzo “per accogliere immigrati terroni”.

Proprio così, “immigrati”, come se i nostri compatrioti del Sud fossero invece di un altro Stato, un altro Regno come accadeva 151 anni fa. E naturalmente “terroni”, termine così diffusamente usato in tono dispregiativo, ma che uno studente pugliese rispondendo alla provocazione ha avuto la capacità di tramutare in motivo d'orgoglio: terrone della terra che ama, della nostra terra, quella terra da cui nasce la vita - così ha detto con un pizzico di poeticità.

Inutile dire quanto la polemica si sia subito accesa dopo l'apertura della pagina: in tanti tra gli studenti hanno risposto in difesa della propria provenienza e fortunatamente in netta minoranza sono stati coloro che hanno messo “Mi piace” ai post del nordista amministratore della pagina, che per inciso è rimasto nell’anonimato. Il caso è stato subito denunciato alle autorità dai rappresentanti di Azione Universitaria e in modo altrettanto rapido è stata chiusa la pagina imputata.

Tuttavia, le tensioni, le diatribe, gli scontri tra Italiani rimangono più che mai aperti e si traducono in episodi di razzismo per niente differenti da quelli che siamo purtroppo abituati a sentir raccontare da persone effettivamente di un’altra Nazione, religione o cultura (leggi anche Razzismo, frase shock di una professoressa contro ragazza ebrea e Scuola media, insulti e battute razziste di un'insegnante). E queste continue lacerazioni non fanno che contribuire a rafforzare quello squilibrio che spacca in due il nostro Paese e che lo rende disorganico, in un momento in cui più che mai servirebbe ritrovare l'equilibrio per rialzarci.

Riccardo Gemma & Simone Cioè
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