Quando si vuole "tagliare" un giorno di scuola o entrare in aula in buon ritardo, la nostra mente criminale è in grado di creare scuse e alibi veramente sottili. Ci si diverte spesso, poi, immaginando di spiegare agli insegnanti le motivazioni più assurde e di assistere alle loro reazioni allibite, anche se, in fin dei conti, a prevalere sono le giustificazioni più comuni: il treno perso, la sveglia non suonata, il malessere e quant'altro.
Non è stato così, però, per tre ragazzi quattordicenni di Reggio Emilia, le cui discolpe sono state troppo ardite e fantasiose, causando loro guai non da poco. Venerdì 17 ottobre, al rientro a scuola nelle ore pomeridiane, hanno giustificato il loro ritardo affermando di essere stati aggrediti, proprio fuori dall'Istituto, da due uomini mascherati da clown. I presunti malintenzionati avrebbero rubato 5 € ad uno dei tre e malmenato il secondo. Il terzo, incolume, ha comunque confermato la vicenda davanti ai Carabinieri, chiamati dalla scuola stessa per raccogliere la denuncia.
I due militari, tuttavia, hanno notato subito una certa inconsistenza nelle dichiarazioni degli studenti e, in breve tempo, hanno smascherato la bravata: i tre ragazzi hanno ammesso di aver inventato tutto avvalendosi di quella che si fa chiamare "psicosi da clown" e che ha portato a numerosi avvistamenti, accompagnati da prove video, di pagliacci malintenzionati.
L'accaduto potrà strappare qualche sorriso a noi testimoni indiretti, ma intanto i tre ragazzi devono ora fare fronte ad altri tipi di denuncia: simulazione di reato per i primi due e favoreggiamento della stessa al terzo. Oltretutto i Carabinieri di Reggio Emilia si trovano da giorni a fronteggiare quella che, come già detto, sembra essere una psicosi collettiva: sono stati tanti, negli ultimi periodi, i casi di denuncia verso fantomatiche aggressioni da parte di individui mascherati, il più delle volte archiviati senza la minima traccia da seguire. Il problema è che questo fenomeno sembra essere fortemente alimentato da false segnalazioni via social networks, il che mette in difficoltà le forze dell'ordine, costrette ad impegnarsi in casi di dubbio pericolo. Il rischio, infatti, è più per chi fosse sorpreso a seminare il panico on-line, il quale dovrebbe rispondere di procurato allarme immotivato.
Come commentate l'accaduto? Sareste in grado di inventarvi scuse simili pur di giustificare il fatto di non voler andare a scuola? Qual è stata la motivazione più assurda che avete dichiarato ai vostri insegnanti quando siete arrivati tardi o avete saltato un giorno di lezione? Commentate con le vostre esperienze!
Riccardo di Infostudenti