Il contributo scolastico volontario, come dice lo stesso nome, è una somma di denaro che dovrebbe essere versato dagli alunni alla scuola "volontariamente" e quindi senza obblighi. Si aspettavano che fosse così anche i ragazzi dell'Istituto di ragioneria Galiani di Napoli, eppure è stato detto loro che se non verrà pagato non potranno né andare in gita né usufruire dei corsi di recupero. In poche parole, non pagare il contributo volontario sarebbe come essere tagliati fuori dalla scuola.
L'avvenimento però non è stato un caso isolato e si è ripetuto in più scuole anche del Nord Italia, ed è già dal alcuni anni che la storia va avanti. Solo l'alt'anno avevamo sentito parlare di presidi che usavano "ricatti" come questi per far pagare ai ragazzi il contributo. Così alla fine tra le nostre inchieste e la lotta ai presidi aperta dagli studenti del Blocco Studentesco la questione è arrivata alle orecchie dei politici. Una di loro in particolare si è interessata alla questione e ha voluto fare chiarezza ed anzi, chiedere un'interrogazione parlamentare sull'argomento. La deputata di cui stiamo parlando è Silvia Chimienti, del Movimento 5 Stelle, che ha chiesto prima sui social e poi in modo più ufficiale, che anche chi non pagasse il contributo scolastico volontario abbia la possibilità di andare in gita.
Sembra che per ora a supportarla siano in tanti, ma dovremo attendere ancora un po' per sapere come verrà risolta la questione.
E a voi è stato richiesto di pagare il contributo scolastico volontario? Anche voi siete stati "ricattati" in qualche modo? Scrivetecelo nei commenti qui sotto!