
E da questo selfie ne scaturirono altri centinaia e poi migliaia, tutta gente che dedicava un proprio pensiero ai propri cari morti di cancro o a coloro che stavano lottando per sconfiggere questo male. Poi, dal web, si passò alla realtà. Iniziarono le riunioni pubbliche, alle quali prendevano parte sempre più persone e che ormai quella piccola saletta non bastava più a contenerle. Tutti volevano sapere, tutti volevano la verità. Da queste riunioni nacque il team di Crotone ci mette la faccia, composto da giovani che non volevano e non vogliono stare con le mani in mano. Furono mise in campo diverse iniziative, prima tra queste, la fiaccolata in onore di tutti i morti di cancro, in particolare per gli ex operai che lavoravano nelle fabbriche e i portuali.
Sapete perché? Le ex fabbriche hanno portato tanta ricchezza negli anni che furono, ma anche tanti morti. Gli ex operai lavoravano con metalli pesanti altamente tossici, ma che allora non se ne conosceva la pericolosità. Tornavano a casa e le loro mogli lavavano le tute da lavoro, altamente contaminate da queste sostanze, quali: cadmio, arsenico, piombo, fosfato e chi ne ha più ne metta. Senza contare gli effetti disastrosi dell’alluvione del 1996 ove l’acqua trasportò detriti tra cui i ferriti di zinco che si posizionarono per tutta la città. Dopo la fiaccolata organizzammo una grande manifestazione in concomitanza di quella della Terra dei Fuochi, 16 Novembre 2013. Ma non sono mancati gli impegni sociali e la solidarietà per il quale non finiremo mai di ringraziare il semplice popolo crotonese che ci sostenne nella nostra iniziativa, la quale consisteva nel portare un sorriso ai bambini malati di cancro nel reparto di onco-ematologia pediatrica dell’ospedale Ciaccio-Pugliese di Catanzaro, portandoci centinaia di doni.
Crotone sta morendo, c’è il più alto tasso di mortalità per tumore. Le istituzioni non fanno niente, sono immobili, assenti. Hanno occhi e orecchie ben aperti, ma come al solito è l’omertà che vince in una terra dove la mafia agisce in silenzio e miete vittime senza sporcarsi le mani. Bambini, giovani, anziani, il cancro non guarda in faccia a nessuno. Colpisce, va dritto e ti divora, non gli interessa che tu sia un politico, un mafioso o una persona umile, uccide in silenzio senza pietà. Eppure, Tina col suo gruppo ha ridato la forza a chi non sapeva di avercela, ha ridato il sorriso a coloro che si nascondevano e si vergognavano a portare la parrucca, ha dato una speranza a chi l’aveva totalmente persa. Da membro del team di Crotone ci mette la faccia volevo fare un appello a tutti i giovani, affinché scendano in campo a lottare per il proprio diritto alla salute. La vita è una sola e va difesa con le unghie e con i denti.
Al momento, l’articolo 32 della Costituzione Italiana non ci rappresenta. Qui a Crotone non c’è un polo oncologico e si è costretti a fare i cosiddetti “viaggi della speranza” per potersi curare. Bisogna arrivare a Catanzaro o a Reggio Calabria e addirittura lottare per una chemioterapia. Una persona su tre si ammala di tumore e nella maggior parte dei casi muore. “Viviamo” su una bomba a orologeria che potrebbe scoppiare da un momento all’altro e uccide mezza Europa. Ma Crotone ci mette la faccia non molla e andrà avanti nella sua battaglia fino all’ultimo! Un anno pieno di traguardi ma anche di porte sbattute in faccia, che hanno reso il team più forte di prima. E ricordiamoci che ogni morto di tumore è una vittima di questo pietoso sistema in cui viviamo, qualcuno si deve ritenere colpevole di queste morti silenti e dolorose. Giovani, non perdete mai la speranza e lottate finché il vostro cuore batterà, finché il vostro fiato vi permetterà di parlare e il vostro cervello di pensare. Di cancro si può guarire e Crotone non deve morire!»