Eccoci, finalmente questo periodo tanto atteso e amato dell'anno è arrivato: iniziano i colloqui genitori!
(naturalmente dovete sostituire nella frase precedente i termini “finalmente” con “malauguratamente” e “amato” con “temuto”).
Per sopravvivere a questo rito, che per gli insegnanti a volte può rivelarsi foriero di ansie e reazioni psicosomatiche gravi, ecco qui alcuni consigli:
#1 Calma. Mantieni la calma.
#2 Parti sempre dalle cose positive.
Il genitore degli anni 2010 ha la tendenza a vivere molto male le eventuali critiche o addebiti possiate fare alla sua prole: che vengono molto spesso assorbite con un grande senso di colpa.
Praticamente è come fosse il genitore stesso a non aver studiato l'Impero Incas, o come fosse stato lui ad aver fatto lo sgambetto a Gigio.
Invece, se l'elenco inizia con tutto ciò che il figliuolo fa di buono in classe, si parte col piede giusto e poi ti verrà più facile sviscerare anche le cose che ancora non vanno bene. Se poi magari lì incontro lo stesso, come dire, qualche resistenza,
#3 Rileggi il punto #1
#4 Lasciali parlare
Spesso i genitori non sono lì solo per ascoltare quello che hai da dire, ma anche per sfogarsi, per avere un momento di confronto, per sputare rospi e per dire ai propri figli certe cose, come dire, per interposta persona. È normale, è giusto, è umano: essere genitori sa essere un mestiere molto duro e c'è bisogno anche di questo, quindi se succede, lasciali fare e non giudicarli né guardarli male
#5 Però occhio: tu non puoi fare lo stesso
Tu sei un professionista: tu non puoi “sfogarti”. Il lato emotivo va lasciato fuori, anche quando magari coltivi da mesi la rabbia e frustrazione di avere a che fare con uno studente (il figlio di chi hai di fronte) che durante le lezioni si appende al soffitto con delle liane e si esprime solo con toni di voce superiori ai decibel di un Boeing, quindi
#6 Di nuovo, vai al punto #1
#7 Fai domande
Il colloquio è sì un momento in cui informare il genitore, raccontargli quello che sai, ma è soprattutto un'occasione per fare domande, carpire dettagli, notizie, insomma dati e materiale che ti saranno utili per conoscere meglio il piccolo mascalzone che incontrerai poi in classe. Approfittane!
#8 Gioco di squadra
Abbiamo uno scopo comune, giusto? Il bene di ogni singolo ragazzo. Quindi bisogna lavorare insieme, in sqadra, sapendo che ogni squadra che funziona bene è composta da giocatori che rispettano il proprio ruolo: tu non dare consigli su come si educa un figlio e, se puoi, cerca di far capire che è controproducente per un genitore venire lì a insegnarti il tuo lavoro. E, se proprio proprio non ce la fai, di nuovo,
#9 Torna al punto #1
(Foto: Crazy, stupid Love - Courtesy of Warner Bros)