Vi auguro che il 2017 sia difficile
Sì, avete letto bene.
Non vi auguro di stare bene, di essere sereni, di vivere in tranquillità.
Alla vostra età, a sedici, diciassette anni,
vivere in tranquillità spesso vuol dire non vivere.
Per cui vi auguro
tempeste, non sole battente.
Vi auguro vento contrario, non discese.
Vi auguro di andare a sbattere contro
muri duri come non ne avete visti mai.
Vi auguro di beccarvi sul cammino ostacoli più alti di voi.
Vi auguro
nemici, di quelli tosti, di quelli che non vanno al tappeto mai, perché solo con nemici così si impara a stare in piedi.
Vi auguro problemi da risolvere, notti da svegli, braccia a pezzi, sudore e lacrime.
Vi auguro di avere paura, perché la paura è buona, la paura può salvarti le chiappe, di sicuro ti tiene vivo, occhi aperti, cuore in ascolto.
Vi auguro di sentirvi
piccoli in mezzo al mondo, perché solo così si desidera di diventar grandi.
Vi auguro
sogni così giganteschi e irraggiungibili da far ridere tutti.
Vi auguro critiche da ogni parte, pioggia battente,
fango sotto le scarpe.
E lotta, tanta lotta. Battaglie quotidiane. Ferite da toccare fra vent'anni per dirsi “Cazzo, ce l'ho fatta!”.
Perché c'è solo un modo, uno solo, per venir uomini e venir donne, davvero:
avere qualcosa contro cui lottare. Avere qualcosa per cui lottare.