#Diario del Professore

CI SONO DUE TIPI DI INSEGNANTI

18 gennaio 2016
Ci sono quelli che arrivano a scuola col sorriso, e quelli che quando arrivano sul viso hanno dipinte almeno una ventina di tragedie greche. Ci sono quelli che salutano tutti i ragazzi all’entrata, e quelli che un buongiorno vale per tutti ed è anche troppo. Quelli che fanno l’appello, e quelli che “Su su dai cominciamo che siamo indietro!”. Quelli che se sentono che non c’è un buon clima in classe neanche iniziano la lezione, e quelli che ci potrebbero essere studenti in lacrime, principi di rissa, ragazzi che stanno ancora russando, che loro iniziano lo stesso. Quelli che girano per i banchi, camminano in mezzo ai ragazzi, li guardano da vicino, e quelli che non si spostano dalla cattedra neanche con un sesto grado Mercalli. Quelli che vanno al cinema, o a teatro, che leggono libri, giornali, e quelli che non hanno tempo per queste cose. Quelli che non smettono un secondo di imparare cose da insegnare, e quelli che insegnano solo cose da imparare. Quelli che se un ragazzo non studia, non si impegna, è svogliato, poi al pomeriggio ci stanno male, e passano il tempo a pensarne una nuova per riuscire a cambiare qualcosa, e quelli che “Affari suoi, si becca un 4 e ciao”. Quelli che lo sanno che le persone non basta un voto per definirle, e quelli che a volte se ne dimenticano. Quelli che in sala insegnanti portano i biscotti, e quelli che portano solo lamentele. Quelli che non spiegano lo stesso argomento nello stesso modo due volte, e quelli che da anni ripetono per filo e per segno la stessa identica lezione, con le stesse identiche parole, con gli stessi identici esercizi. Quelli che quando interrogano si sentono dei fighi se i propri studenti dicono le cose a modo loro, magari sbagliando, e quelli che ci si sentono se ripetono tutto a memoria senza sbagliare niente. Quelli che non farebbero mai un altro lavoro, e quelli che, se potessero, sì. Quelli che fuori da scuola gli studenti ti salutano e vengono lì e ti chiedono come stai, e quelli che gli studenti quando ti vedono fuori da scuola si nascondono dietro i cespugli. Quelli che amano tutti i ragazzi, anche quelli con i voti che fanno pena o quelli che in classe ti fanno uscire pazzo. Quelli che amare è una parola grossa, al massimo li sopporto. E non è sempre vero che, se sei uno dei due, non si può più cambiare. Ogni giorno scegli quale dei due essere

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