#Diario del Professore

LETTERA A UNA STUDENTESSA

8 marzo 2016

Questa è per te.

Sì, te.

Tu che arrivi a scuola perfetta e puntuale e coi capelli tutti in ordine.

O tu che invece arrivi tardi, con il trucco messo male nella fretta e nel sonno.

O tu che in classe consumi pagine e pagine di appunti scritti fitti e con una calligrafia precisa che Monotype Corsiva ti fa un baffo.

O tu che mi guardi ogni tanto con quegli occhi lì, quelli da “Ma di che cavolo sta parlando questo qui?”.

Tu.

Questa lettera te la scrivo perché c'è una cosa che non capisco. Ed è anni che ci giro intorno senza riuscire a darmi una risposta.

Il fatto è questo: siete sempre voi, le migliori. Le più sveglie. Le più brillanti. Quelle che leggono di più. E non solo i libri: leggete le persone. Soprattutto sapete leggere le persone, e le situazioni.

Quelle che capiscono prima. Quelle che a volte mi chiedo che cavolo ci sto a fare, lì in cattedra, che tanto potreste farcela benissimo senza di me.

Certo, ci sono anche ragazzi molto bravi. Ma le ragazze: loro, beh, sono semplicemente avanti.

Anche quando hanno voti che fanno un po' pena. Anche quando voglia di studiare zero: lo stesso, lo vedi che sono avanti.

E allora la mia domanda è: cosa succede, poi?

Perché se vado a vedere i nomi, se vado a spulciare tra la nostra classe dirigente, vedo quasi solo uomini?

Lo sapevi? Se andiamo a vedere chi c'è al vertice delle aziende, delle istituzioni o degli enti pubblici, vediamo che in Italia sono donne solo nel 15% dei casi. Nel resto d'Europa, per dire, sono sempre almeno il doppio, in alcuni casi il triplo.

Cosa succede, tra la scuola e il mondo di fuori, che vi fa letteralmente sparire, uscire di scena?

Sì, lo so che viviamo in un Paese ancora profondamente maschio-centrico.

E sì, lo so che essere donna da queste parti è semplicemente più dura. Che è come se per farti notare dovessi dimostrare di valere il doppio di un uomo.

E infine, sì: lo so che dovete lottare costantemente contro l'idea che il vostro compito sia solo quello di essere madri e stiratrici di mutande altrui.

Ma a parte questo: perché succede? Sono davvero questi tutti i motivi per cui succede? O c'è qualcos'altro? Mi piacerebbe saperlo. Davvero.

Perché vedendoti lì, tutti i giorni, i tuoi occhi lucenti di voglia di vivere e fare e scoprire e amare, penso questo, e lo penso sinceramente: che se foste un po' di più, saremmo tutti un po' più avanti.

PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo