#Diario del Professore

Non studiare di più, studia meglio!

8 maggio 2018
Eccolo lì, uno dei talloni d'Achille più talloni d'Achille della scuola italiana: il metodo di studio. Come molti di quelli che fanno il mio lavoro sanno, dalle nostre parti a scuola si dice quasi sempre e solo cosa studiare, e quasi mai come farlo. E qui a venire meno al suo compito è proprio l'ordine di scuola in cui insegno io: la secondaria di primo grado (la scuola media, per capirci). Eh sì, perché è proprio in quei tre anni che si dovrebbe costruire o meglio confezionare il metodo giusto di studiare, quello che è va bene per ogni singolo studente, il più adatto. Quello che proprio come un vestito ti calzi perfettamente, che ti faccia sentire il più comodo possibile e allo stesso tempo che ti faccia fare una bella figura quando esci di casa. Invece, per restare in metafora, la dura realtà dei fatti è che molti studenti “escono di casa in mutande”, cioè arrivano non solo alle superiori, ma anche all'università, studiando ancora un po' come capita: senza seguire uno schema, un piano, niente. Ecco perché sarebbe importante che le scuole “più basse”, prima di insegnare i verbi, la storia, le scienze, la matematica, insegnassero a studiare. Proprio per questo sta avendo un successo pazzesco l'iniziativa di Andrea Acconcia e Giuseppe Moriello, due ragazzi che hanno creato una startup, Metodo Universitario, totalmente fondata sul concetto seguente: se ti sei accorto che l'università sta andando male, non sei tu che sei una capra, è che non sai come studiare. Sì, un sito internet (https://metodouniversitario.it/) e una pagina fb con questi quattro aspetti da migliorare: l’organizzazione del tempo, la qualità di comprensione del testo, la velocità di memorizzazione e la qualità di esposizione orale e scritta all’esame. Secondo i due ragazzi addirittura, che sono un mental coach e un memory coach, col loro metodo è possibile preparare un esame in ¼ del tempo. In effetti, per usare un'immagine utilizzata in uno dei loro moltissimi video, il problema di molti studenti non è la mancanza di ingredienti (la testa c'è), ma il fatto che vengano buttati un po' a casaccio in padella, senza una ricetta precisa (senza metodo), col risultato molto spesso di sporcare tutto il tavolo, di metterci il triplo del tempo e soprattutto di servire in tavola piatti al limite del commestibile (toh, tenga un 18 e ringrazi che oggi mi sento buono). Insomma, se vuoi evitare quei cinque secondi orribili in cui negli occhi del tuo prof si forma evidente il pensiero “Lo boccio oppure no?”, il trucco non è tanto studiare di più: è studiare meglio.
PAGA CON

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