Con le elezioni alle porte, la commissione tecnica incaricata dal Ministro Profumo lascia ai successori il nodo da sciogliere. Diploma a 18 anni, come fare per mettersi in linea con l'Europa? Due le possibili strade da prendere, proprio quelle due che da tempo si stanno analizzando e che da altrettanto tempo sono al centro di numerosi dibattiti.
C'è chi opta per anticipare l'inizio del ciclo scolastico a 5 anni. Da qui subito le polemiche di coloro che sottolineano i rischi pedagogici di questa scelta: la psicologia dei bambini infatti è un argomento alquanto delicato, la superficialità e talvolta l'incompetenza nel trattarlo possono avere risvolti disastrosi nella crescita e formazione dell'individuo.
É inoltre da considerare che questa anticipazione imporrebbe ai ragazzi di scegliere l'indirizzo di scuola superiore a 12 anni, una scelta assai gravosa sulle spalle degli studenti che viene già attualmente presa in modo prematuro, non tanto per via dell'età, quanto per la qualità del sistema d'orientamento. Una scelta del genere anticipata ulteriormente e senza le prospettive di un orientamento migliore è quindi oggetto di grande preoccupazione.
L'alternativa è invece quella di ridurre gli anni di studio, andando ad agire su quelli superiori, abbassandoli dai 5 di ora a 4. Una proposta che fa ragionare i sindacati, i quali potrebbero considerarla solo nel caso in cui il vero obiettivo non siano solo i tagli, ma sia principalmente quello di far sì che un diploma a 18 anni porti un numero maggiore di studenti a conseguirlo.
Le vere problematiche dell'organizzazione scolastica però, così come sono in molti a sottolineare, non si fermano al tempo che lo studente impiega nel concludere il percorso. Ciò che realmente conta è la qualità con cui affronta gli studi, il grado di istruzione, le capacità che può vantarsi di avere una volta ottenuto il titolo del diploma. Per questo motivo, il nostro appello è che oltre alle modifiche di questo sistema scolastico e ai tagli che ne deriveranno, coloro che dopo Febbraio saranno incaricati di dirigere il Paese si impegnino in un progetto di investimento e di miglioramento di ciò che la scuola italiana può offrire a noi ragazzi.
Riccardo Gemma & Simone Cioè