Il voto politico ormai per noi è diventato un diritto scontato, un qualcosa che ci spetta arrivati ai fatidici 18 oltre all'ambita patente di guida. Eppure non è sempre stato così, e come sappiamo bene in modo particolare per le donne è stato ben più difficile ottenerlo.
Pensate che molte delle nostre bisnonne non hanno avuto questo diritto e pensate come in così poco tempo siano cambiate le cose. Il tutto è successo grazie a delle donne coraggiose come una certa Emmeline Pankhurst vissuta in Inghilterra a cavallo tra la fine del '800 e dell'inizio del '900 che si è battuta duramente per questa causa. La sua storia è diventata un film che uscirà a breve nelle sale cinematografiche con il nome di "Suffragette". In Italia il film uscirà proprio a 70 anni dall'anno in cui le donne hanno ottenuto il diritto di voto, quel 2 giugno 1946 che qualche nonna ogni tanto ci racconta ancora emozionata.
Il film è stato già visto in anteprima da alcune classi e potrebbe offrire un importante stimolo di riflessione per mettere su un dibattito in un'assemblea di classe o d'istituto: quanto saremmo disposti noi a rischiare per far sentire la nostra voce tramite un voto? Lo riteniamo ancora importante o ci sembra qualcosa che non influisce alla fine sulle nostre vite?

Qualche studente è ancora convinto dell'utilità del voto. C'è chi sente il bisogno di far arrivare ai politici la propria idea, che si tratti di scuola, di unioni civili o di qualsiasi altro argomento che potrebbe portare ad un cambiamento nel nostro paese. Altri invece lo ritengono inutile perché pensano che i politici alla fine agiscano secondo i loro interessi e non lo prendano in considerazione.
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