"Immagina che fin dai tuoi primi anni di vita ti trovi incastrato in un fisico che dice una cosa, mentre tu ne pensi un’altra. Immagina che mentre tutti ti vedono femmina, tu dentro ti pensi maschio. E' una continua lotta tra quello che senti di essere e quello che il tuo corpo dice. Lo vedi ogni giorno, lo percepisci in ogni istante. Da quando ti crescono i seni o i peli sulle braccia.
Poi cresci, cominci nuovi percorsi di vita, alle medie, alle superiori, poi all’università. Quando ormai il tuo corpo parla prima di te. Queste “distanze” aumentano. Aumenta la sensazione di essere “nel posto sbagliato”. Aumenta anche negli altri, che ti vedono disallineato. Che ti vedono comportarti in un modo diverso da quello che ci si aspetta dai tuoi simili. E tu non puoi farci niente, se non forse nasconderlo. Quando ci riesci.
Devi fare qualcosa…perché non puoi più starci, lì dentro. Ti chiamano Sara ma ora vuoi chiamarti Giovanni. Decidi di uscire allo scoperto e vai in tribunale, per farti giustizia, quella che la natura ha cambiato a suo piacimento cammin facendo.
Mi sono trovato a subire scene allucinanti, docenti che chiedevano documenti ad alta voce davanti a tutti, che non credevano a quello che dicevo, che mi controllavano persino quando andavo in bagno pensando chissà cosa potessi fare.
Devo trovare sempre qualche escamotage perché la carta di identità ha ancora il nome originale. Non so mai come possano reagire le persone.
Gli altri vanno a sostenere gli esami facendosi chiamare “Sara”, anche se dentro sono “Giovanni”. E non c’è nulla a tutelarli, nemmeno i prof. Anzi."
(Dentro di me) Giovanni
- Questa è la lettera di uno studente dell’Università di Padova che ha due libretti. Uno col nome di Sara, uno di Giovanni, per quando va a firmare i voti degli esami, con la sua “seconda” identità. E questo è un privilegio riservato a chi ha già deciso di andare in un tribunale a dichiarare di sentirsi “Giovanni”, non più “Sara”. A ScuolaZoo ci battiamo perché tutti gli studenti abbiano le stesse possibilità e gli stessi diritti. E' giusto divertirsi e sdrammatizzare un momento noioso con una battuta che ci faccia ridere, ma su queste cose non si può scherzare. Questa è una condizione esistenziale difficilissima ma ce ne sono altre, vicino a noi e meno lampanti, che magari ci riguardano direttamente o riguardano chi ci sta intorno. Hai mai visto da vicino esperienze di questo tipo? Com'è il rapporto coi compagni di classe? I prof come si comportano? Raccontacelo a redazione@scuolazoo.it