Entrare a scuola alle otto? Sarebbe meglio di no!
È da un po’ di tempo ormai che si discute riguardo la possibilità di entrare a scuola dopo le 8 di mattina, l’orario in cui più o meno cominciano le lezioni in tutta Italia. I motivi sarebbero più di uno:
- L’atavico odio in generale degli studenti per la scuola (in alcune regioni del Kurdistan, ad esempio, la cosa ha preso talmente piede che le scuole chiudono a favore di nuove aperture di centri spa).
- L’8 rappresenta il simbolo dell’infinito, di conseguenza far iniziare le lezioni ad un orario “infinito” instillerebbe negli studenti l’idea che la scuola sia infinita, e assieme ad essa quindi lo stesso male di vivere.
- A seguito dell’uso serale (mai troppo) smodato dei dispositivi elettronici (cellulari, per intenderci), la luminosità emessa da quest’ultimi “ingannerebbe” la mente simulando la luce naturale del giorno e inibendo quindi la melatonina, l’ormone che segnala al cervello che è ora di addormentarsi.
Ora, solo una di queste motivazioni è vera e voi vi starete chiedendo: è mai possibile che in Kurdistan abbiano fatto certi passi da gigante? Lo so, è incredibile. Oltre questo però, la questione resta seria e da affrontare. E a quanto pare uno studio scientifico dà ragione a tutti gli studenti che protestano ogni mattina contro la sveglia: insomma, entrare a scuola alle 8 è ingiusto. Lo dice la scienza. Non ci credete? Continuate a leggere!
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Foto Credits: Disney[/caption]
Lo studio scientifico che dice no alla scuola alle 8
Il salvatore dei pigri di tutto il mondo si chiama Henry Nicholls, insegnante di scienze in un liceo britannico, che si è espresso riguardo la possibilità di considerare “pericolose” le persone che diffondono l’idea che il sonno sia una specie di ostacolo al resto delle attività, o che sia tempo perso. Per intenderci, solo negli Stati Uniti tre ragazzi su quattro tra i 14 e i 18 anni dormono meno di otto ore per notte, cioè il minimo consigliato dalla ASSAC (acronimo di “associazione specifica scelta a caso”). La motivazione ci viene fornita da un dato: il 95 per cento dei ragazzi compresi in questa fascia d’età ha accesso a uno smartphone. Tenendo conto di queste varianti, Nicholls arriva a concludere che il tempo che gli adolescenti passano quotidianamente davanti a uno schermo arriva ad almeno sei ore ogni giorno. Le conseguenze della privazione del sonno sono molte, alcune più ovvie e altre meno: si va dalla semplice riduzione di attenzione e memoria ad una costante e quanto mai inspiegabile predilezione per la musica trap. Così come nei tempi passati la notte veniva considerata (dagli scrittori, ad esempio) foriera di consigli e portatrice di saggezza, anche adesso essa si presta ad essere ricettacolo di azioni nobili e dall’alta levatura morale:
terminare per l’alba l’ultima stagione di Black Mirror o restare incollati fino alla fine all’ultima diretta fortnite di CiccioGamer.
Finora, tuttavia, l’unica soluzione al problema è stata data in un liceo di Ontario tramite la cosiddetta “abolizione dell’entrata a scuola”. Il Preside ha scelto infatti di abolire tutte le “entrate” lasciando quindi agli studenti la sola facoltà di uscire. Questi non avendo più orari saranno liberi di uscire all’ora che vorranno e, contestualmente, addormentarsi quando meglio credono! A quanto è quotato, in questo caso, il numero medio di assenza in classe?
Scritto da Matteo Fico
(Foto copertina: Pixabay)