Regioni e chiusura delle scuole per Covid: il caso De Luca
Con il decreto legge del 6 agosto 2021 la scuola in presenza per tutti gli studenti italiani è stata confermata fino alla fine dello stato di emergenza, che con il Decreto N° 221 del 21 dicembre 2021 è stato prorogato fino al prossimo 31 marzo 2022.
Una misura di non poco conto, questa, visto che assicura a milioni di studenti la didattica in presenza, ma che ha in qualche modo messo i bastoni fra le ruote al presidente della Regione Campania Vincenzo de Luca, "beffato" da una normativa che forse non aveva approfondito a dovere. O che dalla quale ha cercato in qualche modo di svincolarsi.
Cosa aveva chiesto Vincenzo de Luca per quanto riguarda le scuole della Campania?
Il presidente della Regione, preoccupato dall'aumento dei contagi da Covid-19 causato dal diffondersi della variante Omicron, aveva comunicato nella consueta diretta Facebook del venerdì la sua decisione di non far tornare in presenza gli alunni che frequentano le scuole campane dopo le vacanze di Natale. Il presidente aveva dichiarato:
“È irresponsabile aprile le scuole il 10 gennaio. Per quello che ci riguarda non apriremo le medie e le elementari. Non ci sono le condizioni minime di sicurezza".
De Luca aveva poi aggiunto:
“Dobbiamo approfittare di questi 20-25 giorni per fare un lavoro straordinario, e qui chiedo la collaborazione di presidi, docenti e pediatri, per avere non 20 giorni di riposo, ma per utilizzare al meglio queste giornate per sviluppare quanto più possibile la campagna di vaccinazione per i bambini più piccoli”.
La decisione di Vincenzo de Luca di mandare in DAD tutti gli studenti e le studentesse della Regione Campania è però stata bloccata dal Tribunale Amministrativo Regionale, che ha deciso di respingere la sua ordinanza dato che, per l'appunto, non rispettava le disposizioni dell'ultimo decreto legge in materia di Covid-19.
Quando i presidenti di Regione possono chiudere tutte le scuole?
A differenza dei primi mesi del 2021, le Regioni non possono più decidere autonomamente sulla chiusura degli istituti scolastici, a meno che non ci si trovi in situazioni “di eccezionale e straordinaria necessità”. La Dad è dunque prevista solo in alcuni casi: se una Regione si ritrova in zona rossa o arancione o in caso di focolai specifici per la popolazione scolastica e, in ogni caso, sempre e solo in riferimento ad aree specifiche del territorio o per singoli istituti, non per una Regione intera.