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Governo: "Sgravi fiscali per chi si iscrive alle scuole private"

27 febbraio 2015
[caption id="attachment_209481" align="alignleft" width="308"]Finanziamenti alle scuole private, sgravi fiscali sugli iscritti. Finanziamenti alle scuole private, sgravi fiscali sugli iscritti.[/caption]

Possedere il diritto allo studio può significare tante cose, prima fra tutte l’avere la libertà di scelta educativa. Scelta che vuol dire poter preferire un percorso formativo ad un altro, una città in cui studiare ad un’altra e, perché no, un istituto privato ad una scuola pubblica. Dall’anno 2000, con la riforma dell’ex ministro Berlinguer (leggi anche Berlinguer sulle riforme: "A scuola si deve godere, non rompersi le palle"), il sistema scolastico italiano si appoggia su due pilastri, uno pubblico e uno privato, e la scelta dell’uno o dell’altro è una libertà che la politica ha sempre cercato di difendere, anche attraverso le proposte dell’attuale inquilino della sede di Trastevere.

Effettivamente, il Ministro Giannini si è schierato più di una volta a tutela delle scuole cosiddette “paritarie”, come riportato in questo articolo sul tema dei finanziamenti pubblici agli istituti privati. Le stime più alte parlano di 700 milioni di euro che lo Stato preleva dalle casse pubbliche per il mantenimento di queste scuole, che in Italia superano le 13mila unità, ma adesso un nuovo tipo di incentivo è stato messo al vaglio dell’attenzione pubblica e politica: parliamo di sgravi fiscali da concedere alle famiglie che scelgono di iscrivere il figlio ad un istituto privato, che, nel dettaglio, consisterebbero in una parte non ancora ben definita della retta annuale da scalare dalle tasse.

Una soluzione, questa, che potrebbe aprire le porte delle scuole private anche alle famiglie meno abbienti, nonché un modo per rafforzare l’intreccio tra scuole pubbliche e private e, forse, abbattere il luogo comune che vede queste ultime dominio incontrastato dei ricconi e dei figli di papà. A proposito di quest’ultimo aspetto, è il caso di spendere due parole, sempre collegandoci a quello che è il pensiero espresso dalla Giannini: se da un lato si ha l’intenzione di incrementare il potenziale delle paritarie, dall’altro bisogna stare attenti ad evitare che si verifichino i casi da “diplomificio”, i quali troppo spesso hanno fatto sì che si etichettassero le scuole private come enti a scopo di lucro che vendono diplomi alle famiglie più facoltose.

Naturalmente le polemiche non sono mancate e non si cheteranno ancora per lungo: dopotutto, le scuole private sono sempre stato motivo di protesta, soprattutto da parte degli studenti, e troppe volte il Governo è stato accusato di aver favoreggiato questi enti non pubblici, voltando le spalle a scuole statali che letteralmente crollano a pezzi, fenomeno che Scuolazoo ha sempre denunciato con #ScuoleAPezzi. In realtà, l’appunto economico sulla questione è da rivedere attentamente, poiché è noto che mediamente uno studente “pubblico” costa allo Stato sensibilmente di più di uno studente “privato”. Stime diffuse illustrano uno scenario in cui, se le scuole private dovessero cessare di esistere, il milione abbondante di studenti in più che lo Stato si ritroverebbe a gestire provocherebbe un aumento delle spese di diversi miliardi di euro.

Fatte queste considerazioni, voi cosa ne pensate riguardo alla possibilità presentata dal Ministro Giannini? Vi battete anche voi in difesa della libertà di scelta educativa o siete convinti che lo Stato debba esclusivamente prendersi cura del lato pubblico dell’istruzione? Commentate o scrivete a infostudenti@scuolazoo.it  le vostre opinioni e relative motivazioni!

Riccardo Gemma

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