#Info studenti

Messico, uccisi i 43 studenti "desaparecidos" che manifestavano per la giustizia

13 novembre 2014
"Li abbiamo uccisi noi, alcuni li abbiamo anche bruciati vivi": non è una frase tratta da un romanzo di Stephen King, ma la confessione shock dei sospettati dell'uccisione dei 43 studenti scomparsi lo scorso 26 settembre a Iguala, nello stato di Guerrero (Messico meridionale). Avevano dai diciotto anni in su e frequentavano l’università di Ayotzinapa, per diventare maestri di scuola. Il 26 settembre erano partiti per andare a manifestare a Iguala contro il sindaco corrotto e la sua compromessa moglie, sorella di narcotrafficanti. Poi erano spariti e per mesi di loro nessuna traccia.

Alcuni giorni fa, a causa dell'assenza di notizie sulla sorte dei desparecidos, un gruppo di manifestanti ha dato alle fiamme una decina di macchine davanti alla sede del governo dello stato di Guerrero. "Vogliamo sapere cosa è successo ai nostri coetanei, niente di più e niente di meno che la verità", chiedono a gran voce i dimostranti, protestando contro il silenzio generale delle istituzioni. Ma la risposta arriva solamente nella tarda mattinata.

A svelare l'orribile fine dei 43 ragazzi (tutti ventenni) è stato il procuratore generale, Jesus Murillo Karam: secondo la ricostruzione degli inquirenti, i giovani sono stati rapiti dalla polizia per ordine del sindaco locale, il quale, in un secondo momento, li ha venduti ad una banda di narcos che ha provveduto ad ucciderli e a gettarne i cadaveri in un fiume. "Sono conscio della gravità e dell'enorme dolore che porterà questa notizia", ha affermato Murillo, sottolineando che gli studenti continueranno ad essere considerati come "desaparecidos" sino a quando non si potranno identificare le loro spoglie: "tale operazione", spiega il procuratore in una conferenza stampa a Chilgacingo, "sarà resa ancora più difficile dal fatto che i resti dei giovani non solo sono carbonizzati e tumefatti, ma hanno risentito fortemente delle barbarie del gruppo narco che, dopo averli uccisi, ha ricevuto ordine di spezzettare tutte le ossa in modo da nascondere il più possibile le tracce della strage". 

"In qualità di genitori vogliamo certezze, non possiamo accettare le parole del procuratore e dobbiamo proseguire la lotta ai narco", commentano stizziti i genitori dei ragazzi scomparsi. A breve i resti saranno inviati in un laboratorio specializzato per l'analisi del DNA in Austria.

Federica Cresto di Infostudenti

Puoi leggere anche:

Hong Kong: studenti in lotta per la democrazia

PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo