#AVolteSuccede: Intervallo d'artista, al liceo Mazzini di Genova si fa ricreazione sul palco
Suona la campanella, fine della terza ora: finalmente l’
intervallo. Quindici minuti per bere un caffè o prendere un po’ d’aria in cortile. Ma non oggi: usciti dalla classe, gli alunni si precipitano in
palestra per
assistere alla performance artistica di giornata
danza,
canto,
ginnastica, persino
pattini a rotelle: tutte le specialità sono ammesse, l’essenziale è che a esibirsi siano sempre e solo studenti o, più spesso, studentesse. È
“Intervallo d’Artista”, iniziativa che fino al
3 maggio movimenterà le pause fra una lezione e l’altra nel
liceo Mazzini di Genova. Finalmente un bellissimo progetto scolastico che coinvolge ed entusiasma tutti gli studenti: #AVolteSuccede davvero!
Come nasce l'idea e come funziona l'Intervallo d'Artista
«L’idea è nata quasi per caso», spiega
Marta Pippo, insegnante di Scienze motorie, «invitavo i miei alunni a mostrare le loro capacità a lezione e, a un certo punto, ho detto: perché non le fate vedere anche agli altri?».Da allora la voce si è sparsa e il progetto ha conquistato tutti, anche il preside. «Questa è la
quarta edizione e ci saranno
otto incontri con due rappresentazioni al giorno», aggiunge. La novità di quest’anno sono le due presentatrici,
Rawane e Sofia, che introducono le esibizioni al pubblico: «Io organizzo la palestra e le attrezzature, ma poi voglio rimanere dietro le quinte», sottolinea, «l’intervallo, anche quello d’artista, è dei ragazzi».
Lo show per l'Intervallo d'Artista: esibizioni e discipline insolite
Alcuni studenti hanno già mostrato cosa sanno fare.
Luca e Carla hanno portato pianola e viola per eseguire in duetto
Il cigno, brano del compositore francese
Camille Saint-Saëns. Musica
classica, non trap o indie; eppure, il pubblico ha gradito e gli
applausi sono scrosciati. Successo replicato dalla danza di
Alice (contemporanea) e
Martina (Hip-Hop), ballerine da 10 e 15 anni. «Non è un talent né una competizione, i ragazzi ne affrontano già troppe»,la prof. Marta Pippo tiene a rimarcare il punto, «deve rimanere uno
spazio dove gli studenti possono
liberamente dar sfogo alle loro passioni e magari trasmetterle agli altri».
C’è spazio anche per
discipline meno conosciute.
Federica, per esempio, fa parte della squadra nazionale di
Teamgym, sport ginnico nato in Scandinavia negli anni Settanta e oggi diffuso in Europa e Stati Uniti. La sua performance è decisamente spettacolare: una serie di
salti acrobatici e capriole in aria. Volteggia per la palestra anche
Costanza che da anni ha l’hobby del
pattinaggio artistico a rotelle, «una disciplina molto, molto difficile», sottolineano le due presentatrici. «Sono capacità a volte un po’ inusuali, ma mi fa piacere vedere che, nonostante il grosso impegno scolastico, i ragazzi riescano a coltivare passioni», commenta la prof. Pippo.
Intervallo d'Artista: l'edizione 2018 e le novità sui prossimi anni
Quella
2018, come detto, è la
quarta edizione e si chiuderà con un
medley di Beyoncé, eseguito da
Sofia, già vincitrice del
Talent Night Genoa Vision tenutosi il 27 marzo. È probabile però che nei prossimi anni
Intervallo d’artista si
ripeta e, chissà, forse che venga pure prolungato. «È un’
opportunità anche per i ragazzi più timidi per aprirsi», aggiunge, «prima si passano la voce e vengono a vedere le performance degli altri, poi magari prendono coraggio e l’anno prossimo “sul palco” ci saranno loro».
Liceo Mazzini: l'importanza dell'Intervallo d'Artista come opportunità di mettersi in gioco
L’
organizzazione non è una passeggiata: «I
tempi sono ristretti – 10 15 alle 10 30 – coniugare gli impegni dei ragazzi e le esigenze scolastiche non è sempre facile». A dare la spinta, però, c’è l’
entusiasmo dei ragazzi che affollano la palestra. «
Esibirsi davanti a un pubblico di coetanei, sottoporsi al loro giudizio non è una cosa da poco», dice l’insegnate. Per questo, Rawane e Sofia ricordano sempre che
non è una gara e chiedono al pubblico di essere benevolo: a giudicare dalle reazioni a fine spettacolo non sembra che ce ne sia bisogno. «Chi si
mette in gioco è comunque un passo avanti perché rischia in prima persona», conclude la professoressa Marta Pippo, «non siamo lì per criticare, ma per condividere una bella esperienza».