Il 15 novembre si chiudeva il questionario online su "La Buona Scuola" e, con esso, due mesi di tempo in cui ogni cittadino italiano ha potuto esprimersi sul tema delle riforme della scuola. A consultazione terminata, il MIUR ha raccolto dati numericamente altisonanti: più di 10mila accessi al sito il 14 novembre, oltre 100mila utenti registrati in totale, 2023 dibattitti organizzati in tutto il Paese e 4755 proposte raccolte. In attesa di un analisi anche qualitativa dei risultati della consultazione, questi sono i dettagli della partecipazione dei cittadini italiani.
Il questionario effettivo, ovvero le domande mirate a tutti i punti del documento "La Buona Scuola", ha coinvolto decine e decine di migliaia di utenti, tra studenti, insegnanti e cittadini comuni. In due mesi di tempo, ognuno ha avuto l'occasione di leggere i dettagli della riforma, rispondere alle domande specifiche del MIUR e cambiare le proprie risposte a piacimento entro la scadenza, posticipata, oltretutto, a tutta la giornata del 16 novembre per via dell'elevata affluenza registrata il 15 novembre.
Particolarmente coinvolgenti sono state le "stanze", spazi virtuali dove si sono registrate le proposte spontanee dei cittadini in riferimento a specifici temi della riforma scolastica. In totale si sono raccolti 4755 suggerimenti, ognuno di questi commentato ed eventualmente condiviso da centinaia di altri utenti. La stanza che ha rilevato più proposte, tralasciando la stanza generica, è stata quella denominata "Sblocca scuole", con un parziale di 979. Tra i suggerimenti più popolari, la presenza di un pedagogista/educatore in ogni scuola, l'aumento dello stipendio degli insegnanti, la diminuzione degli alunni per classe.
Anche la stanza "Formazione degli insegnanti" ha animato il dibattito tra i cittadini, con 309 proposte. Tra le più in vista, la formazione affettiva-relazionale dei docenti e un riconoscimento della meritocrazia più efficace. Invece, nella stanza generica, che conta 1275 proposte, significativo è stato il suggerimento di sfruttare le scuole paritarie come risparmio economico dello Stato, oltre che l'aumento della consapevolezza degli studenti sui loro diritti.
Per quanto riguarda i dibattiti organizzati in tutto il territorio nazionale, il totale è ammontato a 2023 occasioni in cui in scuole o altri luoghi pubblici si è discussa la riforma del sistema d'istruzione. Le regioni più attive sono state l'Emilia Romagna (281), la Puglia (252) e la Toscana (247). Resi noti questi dati, voi cosa ne pensate? Credete che verranno veramente prese in considerazione le opinioni dei cittadini che hanno partecipato? O addirittura sostenete, come molti fanno, che i dati pubblicati siano stati manipolati dal Governo? Commentate con i vostri punti di vista. Se, poi, volete conoscere meglio le proposte degli italiani, vi basterà cliccare QUI.
Riccardo Gemma
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