#Maturità

100 giorni: cocktail di lacrime - Diario di una maturanda

5 marzo 2015

Perdere l’autobus proprio allo scoccare dei 100 giorni dalla Maturità potrebbe non essere un buon segno. Bé, sono troppo in ritardo per preoccuparmene.

Arrivo a scuola e rimango a fissare la porta della mia classe come se dietro si nascondesse l’inferno di Dante; quando finalmente busso e entro, mi ritrovo davanti a ciò che sembra una seduta psichiatrica di gruppo.

 La prof si guarda intorno disorientata, Giovanni è solo accanto alla finestra a pregare tutti i Santi (includendo per qualche strana ragione anche Spongebob).

Andrea prepara la disposizione dei banchi per la seconda prova.

Emanuela piange disperatamente mentre Francesca tenta di incoraggiarla, allo stesso modo Silvia cerca invano di consolare Giulia.

 Nel frattempo Paolo è immobile a primo banco; osserva la stessa pagina da tempo immemorabile e non accenna a respirare.

compagni di classe

Il finimondo. Mi faccio avanti timidamente: “…Buongiorno..”

Tutti si fermano e  mi fissano; probabilmente si staranno chiedendo perché non sono impazzita anche io. Non faccio nemmeno in tempo ad aprir bocca che la prof inizia a spiegarmi cosa è successo: “Stavo chiedendo ai tuoi compagni cosa pensassero di questo conto alla rovescia che ha inizio proprio oggi. Ai miei tempi non si andava a ballare sai? Francesca mi ha detto che va a questa festa..sisi fate bene, DIVERTITEVI..ora che potete.”

“Le mancheremo prof?” – La voce di Stefano proviene da un angolo buio della classe.

Lei ci osserva in silenzio per un momento. Poi si toglie gli occhiali.

“ Ricordo benissimo il giorno in cui vi ho incontrati. Mi fissavate con gli occhi innocenti di chi ancora non aveva copiato in un compito in classe, e stentavate a dirmi il vostro nome, ad esempio ricordavo Emanuela come “la ragazzina con gli occhi verdi”. Come dimenticare l’evidente imbarazzo tra di voi? Silvia e Giulia a stento si salutavano, ma oggi l’una asciuga le lacrime dell’altra.

Ricordo benissimo il primo giorno di quest’anno. Stefano e Francesca finalmente insieme, dopo anni passati a scambiarsi timidi sorrisi.

Se mi mancherete?  Come potrò passare davanti alla vostra vecchia classe e non sentire una stretta al cuore? Un pensiero sarà sempre vostro: “Chissà se Paolo sarà ora il nuovo Gandhi come desiderava, chissà se Stefano e Francesca saranno ancora innamorati, chissà. Sarete sempre i ragazzi che ho visto crescere e che spererò di incontrare all’uscita un giorno o l’altro.”

Ore dopo, alla festa che avevamo organizzato per i nostri 100 giorni, un brindisi è andato alla prof. E dopo... non ricordo… mi dispiace.

(to be continued)

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