Manca così poco che siamo anche stanchi di contare, siamo così immersi nella ricerca di qualcosa che possa rendere unica la tesina che nemmeno le interrogazioni sono un problema. “
Questo è il momento di tirare le somme” dicono tutti,
ma chi sarà a contare? Purtroppo sarà qualcuno che non conosciamo, che non abbiamo mai visto e che probabilmente mai rivedremo.
E cosa dovremmo sommare? Voti, emozioni o ricordi?
5 anni in una vita intera non sono molto dopotutto, ma allora perché è così difficile parlarne?
“
La vita è piena di esami, questo è solo il primo”. Quanto è vero. Ma perché gente molto più grande di noi ancora lo sogna? Se dessimo ascolto a Freud probabilmente una risposta la troveremmo, ma
vogliamo davvero sapere?
Siamo noi a non sapere cosa fare “
dopo” o non vogliamo accettare che
tutto questo presto
sarà solo un
ricordo? “
La scuola ti mancherà”. Dite? Non mi sembra così ovvio, c’è chi come me vuole gestirsi autonomamente. “
Vorrai tornare minorenne e spensierato” Direi che in questi 5 anni i pensieri sono stati fin troppi, e passarne altrettanti senza patente non è proprio un’idea così allettante.
Ok, adesso occupiamoci delle cose serie.
La tesina. Sì, la tesina! Bè parlerà un po’ di me, e se qualcuno penserà che sia banale, vuol dire che non mi ha ancora ascoltato. Alla fine, gli argomenti sono sempre quelli, ma tutto dipende da quanto troverai di te stesso tra le pagine.
E ci saranno questi 5 anni, ci saranno i compagni, le risate e i pianti, i pensieri, ci sarò io. E se ci hanno creato unici, non c’è stereotipo o frase fatta sulla maturità che tenga.
Serena Buccoliero