Scrivo la data sull’ennesima verifica, e mi accorgo di essere appena a novembre. Il tempo, quest’anno in particolare, sembra essere davvero contro di me. Si rifiuta di passare e, come se non bastasse, è talmente denso di cose da fare che sembra non bastare mai. Novembre, sono passati due mesi dall’inizio della scuola, eppure i periodi di riposo sono ben lontani nel tempo. Non mi ricordo nemmeno cosa voglia dire riposarsi. Ormai vivo tra una verifica ed un’interrogazione e la mia settimana non si compone più di giorni, ma di interrogazioni. Si inizia con Scienze, seguita da Storia/Latino, poi Italiano/Matematica, poi di nuovo Latino, per arrivare a Italiano e chiudere con Italiano/Matematica. E, come se non bastasse, si aggiungono anche tutte le altre materie. “Sono troppo stanco” sono diventate parole ormai prive di senso. Mentre i liceali si salutano con un semplice e caloroso “Ciao!”, i maturandi usano queste parole per riconoscersi tra di loro e compatirsi a vicenda, “vieni da me che sbuffiamo un po’ assieme, così, per sport”.
Perché siamo in quinta e, in queste settimane in particolar modo, il peso è sempre più gravoso. La mole di studio sembra essere triplicata, quasi come se si volessero recuperare tutte le ore passate a cazzeggiare durante gli ultimi quattro anni. Ma soprattutto, si è modificato drasticamente il livello delle richieste dei docenti. Mentre l’anno scorso bastava inventare due cavolate per prendersi anche dei signori voti, adesso si va cavillare sui dettagli. Mi viene in mente la mia professoressa di italiano che, durante un’interrogazione, chiede a un ragazzo quale sia il colle su cui si trova Leopardi mentre scrive l’Infinito. Penso che tutta la classe si sia girata istantaneamente verso di lei, ritenendo la richiesta impossibile. “Beh, sono cose che alla maturità vi possono chiedere”. Momento di silenzio. Penso che 27 persone abbiano smesso di vivere esattamente in quel momento. Cosa? Come? Non basta studiarsi un anno di programma, un anno di testi e di sconosciuti, adesso bisogna anche sapere tutti questi dettagli? Ma come è possibile?
Eppure sì, carissimi. Siamo su questa barca non per nostra scelta e, se vogliamo salvarci, ci tocca faticare come non mai. Dedicarsi ai propri hobby sta diventando qualcosa di impossibile, ma siamo tutti insieme, tutti uniti da questo destino infame. Maturità 2016, Tocca a me, ma non ti temo.