Ho avuto il grande “onore” di assistere ad uno spettacolo raccapricciante: la simulazione della seconda prova di matematica. Questa avrebbe dovuto “prepararci” al 18 giugno e dare un’idea orientativa di quale sia il nostro reale livello.
Ma seriamente? Avete davvero bisogno di una simulazione per sapere che NON siamo in grado di svolgere la prova? Eppure basta sbirciare su Internet per trovare un sondaggio come quello di ScuolaZoo i cui risultati mettono i brividi: il 76% degli studenti non è pronto.
Perché?
- Per quattro anni abbiamo acquisito un metodo risolutivo “classico” e completamente INADATTO per “analizzare” i problemi che ci troviamo davanti e perdiamo tempo persino per capire cosa cercare.
- Abbiamo abbandonato la geometria piana e solida in TERZA MEDIA e non abbiamo avuto l’opportunità di applicare formule o strategie durante il nostro percorso al liceo. Abbiamo abbandonato la geometria analitica in TERZO SUPERIORE e l’insegnante non può riprendere ciò che abbiamo lasciato, dato che il programma del quinto crea problemi da sé. Stesso discorso si può fare per la trigonometria.
- Non siamo abituati a “giustificare” i nostri passaggi, scrivere dei veri e propri temi per spiegare un metodo ci portano a sprecare tempo e energie.
- A scuola non si ha il tempo per lavorare sulle prove d’esame e moltissimi studenti sono costretti a prendere lezioni private o a trascurare altre materie.
- Persino i professori incontrano alcune difficoltà.
Non nascondo che vorrei che qualcuno del Ministero si degni di leggere la reale opinione dei maturandi piuttosto che guardare le statistiche di una simulazione.
Mi chiedo come ci definiate “bamboccioni” o “choosy” (come amava dire la Fornero), pensate a come dovrete chiedere scusa a generazioni e generazioni di studenti quando vi renderete conto di aver sbagliato per anni e anni. Vergogna.
P.S. un reale scambio di opinioni sarebbe ben eccetto.
Serena
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