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Il Ministro Giannini spiega come cambierà la scuola italiana

10 ottobre 2014

In questi giorni di discussione delle riforme sulla scuola, i dubbi e gli interrogativi dei cittadini sono diventati numerosi e molti si sono tradotti in quelle migliaia di domande che sono pervenute al Ministero dell'Istruzione. In onda a RepubblicaTV, la Giannini ha colto l'occasione per trattare di persona i punti salienti e più critici dei cambiamenti previsti.

COMMISSIONI D'ESAME - Innanzitutto ha ufficializzato il passaggio da comissione mista a commissione di soli docenti interni, per quanto riguarda l'esame di Stato. Le motivazioni sono da ricondursi principalmente ad un risparmio economico, ma anche alle statistiche di superamento di un esame che è ormai da considerare una semplice formalità. Potete saperne di leggete: Maturità 2015: la commissione sarà interna!

ASSUNZIONI: QUANTE E PER CHI? - Sono stati chiariti anche alcuni dettagli sul Piano Assunzioni che porterebbe l'immissione in ruolo, dal prossimo anno, di 148.000 docenti. Il Ministro ha affermato che in questo numero non sono conteggiati gli aspiranti insegnanti in graduatoria di terza fascia, per i quali, invece, è prevista la partecipazione ad  un nuovo concorso per 40.000 posti nel 2015. Dopodiché, i concorsi si svolgeranno regolarmente ogni due anni.

SCATTI: PIÙ SOLDI A CHI PIÙ VALE - La Giannini si è poi pronunciata anche sulla questione scatti stipendiali, i quali, ricordiamo, saranno concessi per merito, invece che per anzianità. L'intenzione è quella di distribuire la stessa cifra finora stanziata per gli scatti di anzianità su un numero di docenti pari al 66% di coloro che raggiungono una certa soglia di crediti. A proposito, circolano dei calcoli per cui alla fine, mediamente, ogni insegnante prenderà quasi 100 € al mese; il Ministro, al contrario, ha dichiarato che i calcoli effettivi elaborati al MIIUR sono esattamente opposti.

IL MINISTRO VA A SCUOLA - È stato annunciata anche la partenza del tour di presentazione e ascolto de "La Buona Scuola", che, fino al 15 novembre e attraverso 100 tappe, porterà il cuore delle riforme all'attenzione e alla consultazione diretta degli studenti. Il Ministro ha colto l'occasione, oltretutto, per sottolineare l'alto tasso di democraticità che, contrariamente al parere di molti, contraddistingue queste riforme.

SCUOLE APERTE PIÙ A LUNGO – No, non si intende allungare il calendario scolastico o aumentare le ore settimanali. Si vuole invece valorizzare il ruolo culturale che gioca la scuole sotto varie forme: si potrà, ad esempio, infrangere il tabù della chiusura estiva per dare l'opportunità ai giovani di sfruttare gli ambienti scolastici per ogni tipo di attività formativa.

Altre dichiarazioni hanno poi coinvolto i "quota 96", che ufficialmente non potranno ricevere la pensione subito, ma dovranno raggiungere definitivamente i 96 anni tra contributi e età anagrafica. Si è parlato anche di tagli, tagli che coinvolgeranno l'università per cifre tra i 600 e i 900 milioni di €. Il Ministro ha però rassicurato che non interesseranno la ricerca, ma si tratterà di manovre correttive per ridurre gli sprechi piuttosto diffusi.

Se non ci credete guardate la Video Intervista completa!

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Riccardo Gemma

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