Dalla
London School of Economics giungono notizie che non rincuorano né gli studenti italiani, né i loro genitori. Da una recente
ricerca svolta da
Louis-Philippe Beland e Richard Murphy è infatti emerso che nelle scuole in cui gli
smartphone sono
banditi, i ragazzi sembrano essere più preparati.
Le scuole protagoniste di questo studio sono 91, appartengono a quattro differenti città inglesi e le loro politiche sull’utilizzo degli smartphone sono state seguite passo passo, anche attraverso il controllo di registri e valutazioni. A quanto pare, coloro che non portano il loro “migliore amico” a scuola hanno il
2% di possibilità in più di superare gli esami finali, che equivale ad una settimana in più di lezioni.
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Quante volte invece ci si vanta di riuscire a svolgere più attività contemporaneamente? A quanto pare questo non rappresenta più un “talento”, poiché il
multitasking è dannoso per la concentrazione, soprattutto quando si è davanti alle nuove tecnologie. Questo rappresenta un ulteriore problema per le scuole inglesi, considerando che il 90% possiede uno smartphone.
Se ciò accade in Gran Bretagna, qual è il ruolo dei cellulari nelle scuole italiane? Sebbene il loro utilizzo sia ormai una consuetudine, esistono effettivamente delle leggi che lo vietano. Nonostante ciò, come afferma
Federico Bianchi di Castelbianco, sarebbe più opportuno orientarsi verso una collaborazione, permettendo ai ragazzi di utilizzare i loro smartphone in momenti ben precisi e vietarli in altri.
Il dibattito rimane molto acceso, ma la ricerca non ha apertamente dichiarato che i cellulari sono dannosi all’apprendimento, infatti essi quando utilizzati nella maniera corretta costituiscono degli ottimi strumenti per approfondire le conoscenze. Siamo ancora lontani da una soluzione, ma senza alcun dubbio
qualche libro in più e qualche giga in meno non faranno male a nessuno.
Utilizzate il vostro smartphone in classe? Siete mai stati beccati? Credete che debbano essere banditi? Scrivete nei commenti!
Serena Buccoliero