Il Rappresentante è spesso chiamato a prendersi la responsabilità di ciò che la scuola decide. Mesi fa nella mia scuola, il Liceo Classico e Scienze Umane Plauto di Roma, un documento riguardante alcune problematiche strutturali, i cui tempi di risoluzione erano stati lasciati molto vaghi, ha fatto scattare la scintilla "occupazione".
Recuperato il fascicolo in Segreteria inizio a muovere le acque coinvolgendo anche il Comitato dei Genitori, che giustamente preoccupati mi invitano a trovare una soluzione interna. Cerchiamo di parlarne anche nel Comitato Studentesco - organizzato in orario extra scolastico - e, dopo un iniziale rifiuto da parte del Dirigente scolastico per un'Assemblea ("tempi tecnici insufficienti"), riusciamo con una settimana di ritardo, a riunire gli studenti per discutere sul da farsi.
400 persone affollano l'Aula Magna, ma dopo due ore di discussione i ragazzi vogliono solo votare per decidere se occupare o meno. Da sempre molto democratici, si occupa solo se la maggioranza lo vuole. Le votazioni vanno come mi sarei aspettato: 288 favorevoli, 122 contrari. La scuola è occupata.
La nostra richiesta è di parlare con la Provincia per definire meglio i tempi di intervento nel documento. Forte di un così alto numero allontano i professori, e spiego al Vicepreside le motivazioni del gesto e le richieste. Cerchiamo di mantenere, per tutto il tempo, un dialogo aperto con la Dirigente e il Vicepreside, fermi nella nostra posizione, ma consapevoli dei rischi e delle responsabilità che, specialmente noi Rappresentanti, ci stavamo prendendo. Durante il pomeriggio gli occupanti spariscono, e mi rendo conto che a credere veramente nello scopo sono appena trenta persone. La Preside, nonostante tutto, ci accorda l'incontro con i Rappresentanti della Provincia , e ci concede un'Assemblea Straordinaria per il giorno seguente, per darci la possibilità di levare le tende. La mattina dopo la Provincia arriva, e ci dice semplicemente che, dal 01/01, i fondi saranno praticamente bloccati se non per catastrofi strutturali, cosa che noi per fortuna non abbiamo. Risposta forse scontata, un po' deludente, ma meglio di essere ignorati. In Assemblea diciamo che siamo delusi dall'assenteismo, dal menefreghismo di praticamente tutti, e che, di conseguenza, occupando non stiamo più rappresentando la maggioranza.
Visto anche che le nostre richieste sono state - più o meno - accolte, il Plauto viene sgomberato. Un'occupazione finita quasi prima di iniziare, ma che nonostante tutto ha dato i suoi frutti, e l'assenteismo ha fatto capire quanto queste proteste vengano viste, dagli studenti stessi, come giornate di didattica perse, e non come forma estrema di richiesta di visibilità.
Stefano Bertolelli R.I.S. Liceo Classico e Scienze Umane Plauto, Roma