#Orientamento

La valutazione del potenziale individuale

22 gennaio 2025

Perché i numeri non raccontano tutto

Ogni volta che pensi al futuro, che si tratti di scegliere l’università o di decidere cosa fare dopo il diploma, ti viene chiesto il solito: Qual è il tuo voto finale? E già, in un mondo dove i numeri sembrano essere la misura di tutto, la valutazione accademica sembra essere il ticket d’ingresso per qualsiasi opportunità. La verità è che, se ti fermi solo ai numeri, rischi di perdere di vista qualcosa di molto più importante: il tuo potenziale individuale. Non fraintenderci, il voto e i test d’ingresso hanno il loro valore, ma non sono l’unica cosa che conta. Le inclinazioni naturali, i talenti e le attitudini personali hanno un impatto enorme su come affronterai il futuro. Se dovessimo basarci solo sui risultati, sarebbe come giudicare una pizza solo dal bordo senza mai assaporarne il resto: qualcosa ci mancherebbe, giusto? Ecco perché la vera sfida non sta nel cercare di diventare un numero perfetto, ma nel capire cosa ti rende unico e come utilizzare al meglio quel potenziale. In questo mondo fatto di statistiche, GPA e test di ingresso, come si fa a scoprire quel potenziale nascosto? Semplice: basta cominciare a guardare oltre i numeri.

 

I numeri parlano, ma non dicono sempre la verità

Partiamo dal presupposto che, nei sistemi educativi moderni, i numeri sono il modo più semplice per misurare e comparare gli studenti, ma se ci pensi, come può un numero raccontare davvero chi sei? Un voto non può riflettere la tua creatività, la tua attitudine al problem-solving o la tua capacità di lavorare in gruppo. Eppure, nella maggior parte dei programmi di orientamento, la prima cosa che ti chiedono è il tuo voto finale. Immagina di essere un ragazzo brillante con una passione per la scrittura, ma con una tendenza a prendere appunti disorganizzati e a non rimanere troppo attento durante le lezioni. Il risultato? Un voto mediocre, ma un potenziale creativo che potrebbe farti spiccare in un altro contesto, come nel mondo dei contenuti digitali o nella scrittura. La tua passione non si riflette nel voto, ma potrebbe trasformarsi in una carriera di successo, solo se qualcuno ti aiuta a scoprire quel talento. Dall’altro lato, prendiamo il classico esempio dello studente che ha degli ottimi voti, ma che fatica a interagire con gli altri, a lavorare in team o a prendere iniziative. I numeri gli dicono che è un genio, ma le sue soft skills? Un po' carenti. In un mondo del lavoro che punta sempre di più sulla capacità di adattarsi, collaborare e innovare, essere un "genio" a tavolino non basta. La realtà è che i numeri non sono sempre il miglior specchio di chi siamo davvero. Perché limitarsi a valutare il risultato finale quando la strada che percorriamo è fatta anche di tanti piccoli passi, di prove, di fallimenti e, soprattutto, di esperienze personali?

 

La potenza delle inclinazioni naturali e dei talenti

Quando parliamo di potenziale individuale, stiamo parlando di qualcosa che va oltre i numeri. Si tratta delle inclinazioni naturali, delle capacità innate, ma anche delle attitudini che ci rendono unici. Forse sei un abile comunicatore, capace di spiegare concetti complessi con parole semplici, magari hai una creatività che ti permette di pensare fuori dagli schemi o hai una mente analitica che riesce a scomporre problemi complessi in soluzioni facili da capire. Questi sono i tuoi talenti naturali. Il bello è che, spesso, non hanno niente a che fare con i voti che ottieni a scuola, ma sono proprio queste caratteristiche che ti aiuteranno a distinguerti nel mondo del lavoro e nella vita. Il punto cruciale è che, in un sistema educativo dove tutti cercano di essere "ottimi studenti", a volte non c'è spazio per coltivare ciò che siamo veramente bravi a fare e quando si tratta di orientamento, spesso ci si concentra su una sola domanda: "Qual è la tua media?" Eppure, è l'insieme di qualità personali come la resilienza, l’empatia, l’intuizione e la curiosità che determinano in modo più tangibile il nostro successo a lungo termine. Ma come fare per scoprire questi talenti nascosti? È qui che entrano in gioco gli strumenti giusti. Alcuni programmi di orientamento offrono test psicometrici o coaching individuale per aiutarti a capire quali siano le tue vere inclinazioni, ma, a prescindere da questi strumenti, il primo passo è ascoltarti davvero: cosa ti appassiona? Cosa ti viene naturale? Cosa ti fa sentire a tuo agio e cosa, invece, ti fa entrare in difficoltà? Sono tutte domande che vanno al di là dei numeri e che ti aiutano a definire una visione più chiara del tuo potenziale.

 

L'orientamento che guarda oltre il risultato: una visione a 360 gradi

Se ci pensi, l’orientamento dovrebbe essere molto più che un semplice test per determinare se sei adatto o meno a una facoltà universitaria. Dovrebbe aiutarti a scoprire chi sei veramente, cosa ti motiva e come mettere a frutto i tuoi punti di forza e questo implica un approccio olistico, che guardi non solo al tuo rendimento scolastico, ma anche ai tuoi interessi, alle tue passioni, alle tue inclinazioni naturali e alla tua capacità di affrontare le sfide. Pensiamo per esempio a chi ha un interesse per le materie scientifiche ma ha difficoltà con l’aspetto teorico. Invece di concentrarsi esclusivamente sul voto finale, l’orientamento potrebbe aiutarlo a scoprire come la sua passione per la scienza si traduce in un talento pratico, che potrebbe essere ben valorizzato in ambito tecnico o ingegneristico, dove il "fare" è più importante di un test scritto. Oppure, magari, sei sempre stato bravo a interagire con gli altri, a capire come far lavorare insieme le persone, ma non hai mai avuto il tempo o le risorse per sviluppare questa abilità. L’orientamento dovrebbe aiutarti a scoprire come le tue competenze relazionali possano essere un asset nel mondo del lavoro, in settori come il management, la consulenza o il marketing, dove la capacità di relazionarsi e comunicare è tutto. In definitiva, il sistema di orientamento deve imparare a guardare oltre i numeri, per fare emergere il vero potenziale di ognuno. Oggi, più che mai, le soft skills, la creatività, l’intelligenza emotiva e l’adattabilità sono diventate fondamentali in qualsiasi campo. Se i numeri sono un dato di fatto, la vera differenza la fanno quei tratti che non si misurano con un esame, ma si rivelano solo attraverso il tempo e le esperienze.

 

Come BuddyJob ti aiuta a riconoscere e coltivare il tuo potenziale

Se ti sembra che il mondo ti giudichi solo in base ai numeri, non preoccuparti: c’è un modo per andare oltre i risultati scolastici e concentrarti davvero sul tuo potenziale. BuddyJob è qui per aiutarti a fare proprio questo, con due servizi pensati per farti scoprire la tua strada.

  1. Call gratuite con esperti: un’esperienza che ti permetterà di ricevere feedback diretti da chi, nel mondo del lavoro, ha già affrontato ciò che stai vivendo tu. Grazie alle consulenze con esperti di diversi settori, potrai confrontarti con chi conosce il valore delle competenze trasversali e ti darà suggerimenti personalizzati per sfruttare al meglio il tuo potenziale. Niente numeri, solo consigli concreti su come valorizzare ciò che già sai fare.

 

  1. Il simulatore di colloqui: perché non allenarti a mettere in luce non solo i risultati ottenuti, ma anche le tue capacità e il tuo potenziale durante un colloquio di lavoro? Con il nostro simulatore di colloqui, potrai fare pratica in un ambiente sicuro, senza la pressione del risultato finale e, grazie al nostro video tutorial potrai capire meglio come funziona. 

BuddyJob è il partner perfetto per aiutarti a scoprire chi sei davvero e valorizzare il tuo potenziale. Non lasciare che i numeri ti limitino. La tua carriera, la tua formazione e la tua vita non sono solo una questione di media e test, ma di talento, passione e attitudine. Perciò, smetti di preoccuparti per quel voto in più o in meno e concentrati su ciò che ti rende speciale! BuddyJob è qui per aiutarti a coltivare il tuo vero potenziale.

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