Sono tre le parole chiave del
piano scuola lanciato dal Ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli: aperta, inclusiva e innovativa. Il piano si articolerà in
10 azioni per le quali saranno lanciati bandi specifici finanziati con gli
830 milioni di euro del Pon Scuola, ovvero il Piano operativo nazionale 2014-2020 sostenuto da fondi europei.
Educazione alimentare, all'imprenditorialità e all'autoimpiego, miglioramento delle conoscenze di lingue straniere e matematica sono solo alcuni degli
interventi per i quali ci si impegnerà attraverso le 10 azioni del piano. Il Ministro Valerai Fedeli sta cercando di puntare al massimo sulle
competenze degli studenti, il cuore della scuola, i veri agenti di un cambiamento possibile.
L'obiettivo è ambizioso: una scuola che sia strumento di
pari opportunità e di mobilità sociale, che sia in grado di formare cittadini consapevoli, attivi e che riescano a vivere i propri diritti in un contesto più europeista. Per far questo è previsto il sensato coinvolgimento di tutti i soggetti della scuola e della società. Per un cambiamento che sia il più globale possibile.
Piano Scuola: le 10 azioni previste e i relativi bandi
Si tratta di 10 temi differenti per ognuno dei quali sarà attivato un progetto specifico attraverso l'emanazione di bandi. Le azioni riguardano:
1.
Le competenze di base, con un finanziamento da 180 milioni, per potenziare le competenze in lingua madre, lingue straniere, scienze e matematica con modalità didattiche innovative
2.
Le competenze di cittadinanza globale, con un finanziamento da 120 milioni, per promuovere l'educazione all'alimentazione ma anche l'educazione ambientale, al rispetto delle diversità e ad una cittadinanza attiva
3.
La cittadinanza europea, con un finanziamento da 80 milioni, che prevede l'approfondimento dei valori e della storia europei anche attraverso esperienze all'estero
4.
Il patrimonio culturale, artistico, paesaggistico, con un finanziamento da 80 milioni, per promuovere un nuovo modo di vivere il patrimonio, inteso come un bene comune di cui prendersi cura
5.
La creatività digitale, con un finanziamento da 80 milioni, per educare ad un uso consapevole della rete e favorire percorsi per valorizzare la creatività digitale
6.
L'integrazione e l'accoglienza, con un finanziamento da 50 milioni, per creare maggiori spazi e momenti di socializzazione e scambio
7.
L'educazione all'imprenditorialità, con un finanziamento da 50 milioni, con relativi percorsi per lo sviluppo dell'autonomia e dello spirito di iniziativa
8.
L'orientamento, con un finanziamento da 40 milioni, con interventi per gli studenti dell'ultimo anno delle medie e degli ultimi tre delle superiori
9.
L'alternanza scuola-lavoro, con un finanziamento da 140 milioni, per la realizzazione di reti locali per un'alternanza di qualità e l'introduzione di incentivi alla mobilità degli studenti
10.
La formazione per adulti, con un finanziamento da 10 milioni, con iniziative per innalzare il livello di istruzione degli adulti in un'ottica di apprendimento permanente.
Piano scuola: contro la disoccupazione e il terrorismo
Il Miur si sta muovendo anche verso altre due direzioni: la prima riguarda il tentativo di contrastare una mostruosa
disoccupazione giovanile, il cui tasso si ostina a non abbassarsi. Si punterà principalmente sulla
creazione di partnership direttamente con le imprese per favorire un passaggio diretto tra scuola e lavoro. Primo passo: fare in modo che ci sia un filo conduttore tra ciò che si studia a scuola e quella che è l'offerta lavorativa.
La titolare di Viale Trastevere si sta mobilitando anche per individuare per misure concrete per la
prevenzione di una sempre più diffusa radicalizzazione dell'estremismo jihadista, contro il quale "serve un contesto culturale positivo, aperto, rispettoso, e capace anche di far crescere le speranze". Il Miur ha già creato dei laboratori nei quali
insegnare l'italiano alle nuove generazioni di immigrati che vivono le periferie e che si affacciano in un contesto sociale e politico difficile e, il più delle volte, inospitale. Un complesso
programma di inclusione sociale che parte, in pratica, dalla lingua, quasi sempre tra i principali fattori di emarginazione.