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Professoressa tenta di sequestrare un cellulare e finisce al Pronto Soccorso

29 ottobre 2014
Ci troviamo in Puglia, all’IISS “Tommaso Fiore” di Modugno. E’ l’inizio della quarta ora, come tutti i giorni suona la campanella alle 11.15, la professoressa di Scienza entra in classe e dà disposizioni ai propri alunni perché svolgano un lavoro di gruppo inerente all’argomento del giorno. Tra i suoi studenti, però, ne manca uno, il quale si presenta in classe con più di mezz’ora di ritardo. Secondo ciò che ha raccontato l’insegnante, subito dopo aver fatto il suo ingresso in aula, il ragazzo avrebbe iniziato a disturbare la lezione “ascoltando musica dal suo cellulare” e con “parolacce, scurrilità ed atteggiamenti a sfondo sessuale”.

La docente gli ha ripetutamente chiesto di calmarsi, di tenere un atteggiamento più idoneo all’ambiente scolastico, in cui si trovava; e di tornare al proprio posto; in seguito, ha tentato di sequestrargli il cellulare. La sua reazione a questo tentativo è stata incredibilmente istintiva e violenta: avrebbe infatti preso a pugni la docente più e più volte, colpendola rabbiosamente e ferendola al braccio ed alla testa, tanto che per lei è stato necessario ricorrere a cure ospedaliere. Dopodiché, il ragazzo è uscito dall’aula, continuando a sfogare la sua rabbia rovesciando la cattedra dei bidelli che si trovava nel corridoio, al primo piano dell’Istituto.

Secondo le testimonianze raccolte nei corridoi della scuola, il giovane, di cui non è stato reso noto il nome, è un “ragazzo difficile, iscritto per la seconda volta alla classe prima dell’Istituto Superiore, dopo essere stato bocciato l’anno scorso. “Gli alunni dell’istituto non sono rappresentati da questo episodio” tende a precisare il Dirigente Eugenio Scardaccionequanto successo non può buttare fango sull’azione didattica e formativa che mettiamo quotidianamente in campo con competenza, passione e professionalità”.

Nel frattempo, il ragazzo è stato sospeso per 15 giorni, la docente vittima della violenza ha denunciato l’accaduto ai Carabinieri e Scardaccione ha convocato d’urgenza un consiglio d’istituto per discutere sulla vicenda. Allo stesso tempo, però, il Dirigente tende la mano allo studente ed alla sua famiglia: “Cercheremo di recuperare il ragazzo attraverso un particolare percorso educativo” afferma “Si tratta di un episodio isolato che va stigmatizzato, al quale bisogna rispondere con azioni serie e concrete”. Nell’istituto, infatti, sono state avviate iniziative sul tema della legalità, del disagio e della responsabilità giovanile. “Non faremo certo finta di nulla” conclude Scardaccione “ma la prevenzione è il metodo migliore per reagire”.

Elena Bertola di Infostudenti
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